Dopo i tanti volti dello spettacolo e della musica scesi in campo in favore del disegno di legge contro l’omotransfobia e contro quei partiti che – per un puro gioco politico, oltre che ideologico – continuano a ostacolare la calendarizzazione in Senato della discussione e del voto sul ddl Zan, anche il noto chef Carlo Cracco scende in campo e serve in tavola il suo appoggio alla legge. Una portata di livello, visto il peso mediatico del suo nome che si unisce a un coro sempre più importante di voci.
Ecco il messaggio dello chef:
“Lo so che il mio lavoro è fare il cuoco e stare tra pentole e fornelli. Ma ci sono volte in cui, quando si diviene personaggi pubblici, non ci si può tirare indietro. Specie quando si vedono lentezze o mancanze di fermezza nelle azioni di contrasto alle ingiustizie sociali nel nostro Paese. Ad esempio, in questi giorni il Senato dovrebbe discutere la legge Zan, già approvata alla Camera, che vuole contrastare l’omofobia in Italia. Dico dovrebbe perché la legge è ferma da tempo e se ne ritarda senza motivo la calendarizzazione in aula. Se il mio risotto resta troppo tempo lì fermo sul fuoco, o scuoce o brucia. Non vorrei si bruciasse la legge contro l’omofobia. Mandiamola in tavola subito.”
La metafora è servita: il ddl Zan paragonato a un risotto che, se resta troppo sul fuoco si scuoce. O, in alcuni casi si brucia. E non sono solamente parole al vento. Oltre al suo pensiero, infatti, lo chef stellato ha pubblicato anche il link alla petizione già firmata da quasi 100mila persone.
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