Un’indagine per diffamazione e un procedimento aperto dall’ordine dei medici. Silvana De Mari, chirurgo, psicoterapeuta e scrittrice fantasy di successo, finita nel mirino della Procura di Torino per le sue controverse affermazioni sugli omosessuali, preferisce non parlare dei suoi problemi giudiziari, ma è decisa a difendere le sue posizioni, nonostante il polverone che si è sollevato attorno al suo caso.
Alessandra Benignetti per il Giornale l’ha raggiunta a Roma dove l’ha intervistata:
Le denunce la spaventano?
No, ma è difficile restare completamente indifferenti davanti a fiumi di odio.
Ha mai pensato di fare un passo indietro sulle sue affermazioni?
Ovviamente no.
Quindi continua a rivendicare il suo “diritto all’omofobia”?
Rivendico il mio diritto di dire che i bambini hanno bisogno di un padre e di una madre e, da medico, quello di affermare che la cavità anorettale non fa parte dell’apparato sessuale, e che chi la usa in modo improprio espone sé stesso e gli altri a complicanze. Se questa è omofobia, allora rivendico il diritto all’omofobia.
Dunque, secondo lei gli omosessuali non dovrebbero adottare bambini?
Affidare un bambino ad una coppia dove nessuno dei due ha l’istinto materno, perché nessuno dei due è femmina, è particolarmente grave. Lei si rende conto che i giudici di Firenze hanno dato in adozione una coppia di gemelline a due uomini scavalcando quattordici coppie composte da un padre e da una madre?
Appunto, in Italia i giudici hanno già riconosciuto questo diritto…
Se un giudice modifica la legge o la applica in maniera creativa ha annientato la base della democrazia, che è la separazione dei poteri .
Anche le unioni civili sarebbero inutili?
Il matrimonio non è un diritto, è un contratto che serve a proteggere le madri, la parte più debole della coppia. Per le unioni civili abbiamo spaccato una nazione. Ne hanno usufruito duemila persone e alcuni hanno già divorziato. Quali erano i diritti che prima non avevano? Chiunque può andare a trovare chiunque in ospedale, lo stesso nelle carceri, e così via.
Lei ha detto che l’omosessualità non è una condizione “normale”…
L’omosessualità non è genetica e non è irreversibile. È uno stile di vita che si sceglie e in cui si resta incastrati perché il nostro cervello è abitudinario. Moltissimi casi dimostrano che da questa condizione si può tornare indietro. Inoltre, dal punto di vista biologico praticare l’erotismo anale è perdente perché non determina la sopravvivenza della specie e causa malattie.
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Sa che in molti si sono sentiti offesi dalle sue parole?
Il diritto di non essere offesi non è un diritto umano: è un imbavagliamento del diritto di parola. Nessuno discrimina i gay. Ci sono una miriade di settori, come il cinema, la tv o la moda, dove se sei gay è più facile fare carriera. In cosa sono discriminati?
Ci sono Paesi nel mondo in cui gli omosessuali vengono arrestati, torturati e uccisi…
Il caso della Cecenia sembra sia un fake. La Cecenia è una repubblica islamica ma fa parte della Federazione Russa e, quindi, queste cose non le può fare. Io denuncio da anni le persecuzioni degli omosessuali in Arabia Saudita e in Iran, ma di questo non parla nessuno perché sono Paesi che piacciono ad Obama, alla Clinton e a Macron.
Il peggior persecutore di omosessuali era Che Guevara. Lei sa che centomila cristiani vengono uccisi ogni anno per la loro fede? Sa quanti omosessuali? Cento. Questo le dà la misura di chi siano i veri perseguitati al mondo.
Dice di battersi contro le persecuzioni degli omosessuali ma poi li attacca…
Sono quarant’anni che curo persone che hanno subito l’erotismo anale e ho visto morire decine di malati di Aids. Tutto questo lo faccio per amore. Ti amo, non voglio che tu muoia, per questo ti dico la verità: sei una persona straordinaria e puoi fare altro nella tua vita che offrire la tua cavità anorettale perché gli altri ci mettano dentro il pene causandoti malattie. So benissimo che dicendo queste cose ti metto in crisi, ma so anche che puoi affrontare la crisi e uscire da una situazione biologicamente perdente.
Molti gay non la pensano così…
C’è gente che ama essere sodomizzata perché dopo un po’ si ha un’inversione del senso del piacere e del dolore. È come per le persone bulimiche che provano piacere a vomitare. Loro hanno l’assoluto diritto di farlo. Io ho l’assoluto diritto di dire che è dannoso.
Andrà avanti, quindi, nel sostenere le sue tesi, nonostante le cause e gli esposti?
Io mi rivolgo ai gay passivi e alle donne che subiscono questa pratica e affermo che l’erotismo anale nuoce gravemente alla salute. Dico una cosa inoppugnabile e vengo accusata di odio. Lo trovo aberrante. Io sto sacrificando la mia carriera di scrittore e di medico, assieme ad una valanga di quattrini, sull’altare della verità, per dire a queste persone: fermati, quello che stai facendo ti fa male alla salute e non ti rende felice. Una cosa del genere si fa solo per amore. Sono la vecchia zia che rompe l’anima e che nessuno vuole ascoltare. Ma nessuno può dire che non li ami.
Da: il Giornale