“Per un ragazzo o un uomo gay, dichiarare la propria omosessualità è la cosa migliore che possa fare, perché così si smette di mentire, si diventa persino più attraenti, si ha più fiducia in sé stessi e tutto migliora. – ha dichiarato Ian McKellen alla Festa del Cinema di Roma – Io l’ho fatto tardi, a quarantanove anni, ma era anche un’epoca diversa e so che non è facile per tutti. Molti hanno paura di ferire i propri genitori, altri di perdere il lavoro, ma bisogna avere coraggio anche perché posso confermare che da quando l’ho detto, la mia carriera è decollata. Cari attori gay, ditelo e non abbiate paura. Dopo starete solo meglio. Non fate come Kevin Spacey, che lo ha detto in un momento inopportuno. Pensate ad avere una carriera e a costruirla per bene, non ad essere delle star”.
Sir Ian McKellen, Gandol nel Signore Degli Anelli, è uno dei più grandi attori del teatro inglese (interpretò Malvolio, ne “La Dodicesima Notte” di Shakespeare, quando aveva solo tredici anni) e del cinema, dove ha interpretato i ruoli più diversi, spaziando da quelli drammatici a quelli più comici, per non parlare poi delle sue avventure particolari in film di grande successo al botteghino come X-Men.
“Non ho mai pensato di avere figli – continua McKellen – ho sempre pensato che essere gay fosse la cosa migliore per non averli”. “Fino a quando avevo 29 anni, nel mio Paese era addirittura illegale baciarsi tra due uomini, figuriamoci pensare ad avere dei figli – aggiunge – Fare film è la cosa più bella del mondo, a vale più della vita stessa, a cosa mi serve essere padre”. “Oggi le cose sono finalmente cambiate, ma io non sento questa necessità pur rispettando chi decide di farlo. Preferisco recitare, un percorso che è stato comunque influenzato da questo mio coming out: prima pensavo che recitare significava mascherarsi, adesso significa invece rivelare, non nascondere”. “Siamo tutti capaci di fare qualunque cosa e ne sono convinto perché io, attraverso il mio lavoro, riesco a farlo e a rappresentare diverse caratteristiche nei personaggi che interpreto”.
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Ha paura di qualcosa? “No, di nulla, solo della tecnologia e, soprattutto, della stupidità umana. Nel mio lavoro non ho paura di nulla, posso assumere dei rischi a teatro come al cinema, ma lì di sicuro non della stupidità non c’è traccia”.