Basta con i rifermenti di genere sui libri dei canti di Natale per i cori.
L’editrice Oxford University Press ha modificato gli spartiti di diverse opere popolari (come, ad esempio, «Good King Wenceslas») in modo che i versi non siano più classificati in base al genere di chi, secondo l’autore, dovrebbe cantarli. Non saranno più etichettati come versi per voci «maschili» o «femminili», ma per voci «basse» o «alte».
Non ci sarà più, quindi, alcun riferimento al genere: lo ha deciso l’editore, dopo avere consultato alcuni cantanti trans. Le diverse parti dei canti di Natale saranno classificate per soprano, contralto, tenore oppure basso.
Un portavoce dell’Oxford University Press spiega: «Stiamo lavorando attivamente per garantire che le nostre pubblicazioni riflettano al meglio la diversità del mondo in cui viviamo, e quella di genere è una di queste». E ancora: «In passato, la musica corale faceva riferimento agli uomini per indicare le parti adatte a tenori e bassi, e alle donne per quanto riguarda i versi per soprano e contralti. Noi non lo faremo più: ci riferiremo esclusivamente alle parti vocali utilizzate». E ancora: «Ci siamo impegnati attivamente con la comunità corale per individuare le migliori pratiche al riguardo, anche con i colleghi transgender che fanno parte di questa comunità, e continueremo a farlo per assicurarci di non smettere di imparare e per essere aperti a qualsiasi altro cambiamento sia richiesto».
Non è la prima volta che la musica natalizia cambia veste per adattarsi alle esigenze della sensibilità moderna. Nel 2019, ad esempio, il cantante John Legend ha riscritto il testo di «Baby, It’s Cold Outside»: i testi originali della canzone del 1944, infatti, giustificavano e, anzi, dipingevano come intriganti le molestie sessuali, perché raccontavano di un uomo che persuadeva una donna a rimanere con lui di notte e a bere insieme un altro drink, mentre lei, in realtà, avrebbe voluto andarsene a casa.