La squadra del Settimo torinese era scesa in campo per giocare una partita di calcio indossando la divisa d’ordinanza, fucsia. E, proprio a causa di quella divisa di un colore che comunemente viene associato alle femminucce, i ragazzi sono stati oggetto di gravi insulti omofobi: “Prima ci hanno dato dei finocchi, ci dicevano che eravamo ridicoli, poi ho sentito che se la prendevano anche con un nostro giocatore di colore. Non abbiamo nessuna intenzione di denunciare l’episodio alle autorità perché non vogliamo esacerbare gli animi, però spiace che l’unico ad essere intervenuto sia stato un ragazzo del Volpiano che ha cercato di calmare i suoi compagni ed è venuto da noi a scusarsi. Invece la dirigenza non ha preso le distanze da questo episodio”, dichiarò all’epoca Carmelo Maimone, dirigente del Settimo. La vicenda risale allo scorso 9 marzo e, oggi, la procura è arrivata alla conclusione multando la società dei ragazzi della squadra torinese del Volpiano con 300 euro di multa e con un turno di squalifica per i sei calciatori coinvolti. Tra le ipotesi di reato sul tavolo della Procura federale c’era anche la violazione dell’articolo 1 del codice di giustizia sportiva, che stabilisce che “le società, i dirigenti, gli atleti, i tecnici, gli ufficiali di gara ed ogni altro soggetto che svolge attività di carattere agonistico, tecnico, organizzativo, decisionale o comunque rilevante per l’ordinamento federale, sono tenuti all’osservanza delle norme e degli atti federali e devono comportarsi secondo i principi di lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva”. La squadra del Volpiano ha cosi commentato la decisione della Figs: “Accettiamo la sentenza: i nostri ragazzi hanno sbagliato ma il giudice ha saputo interpretare bene l’accaduto”.