Blake Lively e It Ends With Us: il nome dell’attrice star di Hollywood e il titolo del film che la vede protagonista, tratto dal romanzo best-seller di Colleen Hoover, sono stati per settimane al centro del dibattito pubblico.
Durante la promozione del film, uscito in sala in autunno, l’attrice moglie di Ryan Reynolds è stata infatti accusata di aver approfittato dei riflettori per auto-promozione e di aver trattato in modo estremamente superficiale il tema della violenza sulle donne attorno a cui ruota la trama del film. Una polemica che ha evidentemente leso la sua reputazione.
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Ma ora la storia si infittisce. Già durante la promozione di It Ends With Us, infatti, si era parlato di dissapori tra Blake Lively e il co-protagonsita Justin Baldoni. Non a caso, i due sono comparsi raramente vicini sui red carpet e hanno realizzato solo interviste separate. Il motivo si scopre solo ora. Sabato 21 dicembre, un editoriale del New York Times apre il vaso di Pandora.
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Blake Lively avrebbe denunciato il collega Justin Baldoni per molestie sessuali sul set del film. Ma non solo. La testata americana ha inoltre ottenuto un documento legale secondo cui Baldoni, regista e protagonista del film, e il produttore Jamey Heath avrebbero organizzato una campagna di pubbliche relazioni proprio con l’obiettivo di ledere la reputazione dell’attrice.
Ripercorriamo la polemica contro Blake Lively e la denuncia per molestie sul set di It Ends With Us.
It Ends With Us: Blake Lively denuncia Justin Baldoni per molestie sessuali:
Due mesi dopo la polemica che ha coinvolto Blake Lively durante la promozione di It Ends With Us, l’attrice denuncia la co-star e regista del film Justin Baldoni per molestie sessuali sul set. La denuncia è stata depositata presso il Dipartimento per i Diritti Civili della California ed è stata poi ottenuta dal New York Times, che ne ha dato notizia. La news si è velocemente diffusa sul web.
Nel documento si fa riferimento a una riunione, alla quale avrebbe partecipato anche Ryan Reynolds, marito di Blake Lively, durante la quale l’attrice avrebbe richiesto che Baldoni cessasse i comportamenti inappropriati che aveva dovuto sopportare fino a quel momento sul set.
Tra le sue richieste, quella di non mostrarle più immagini di donne nude, di non menzionare la sua presunta porno-dipendenza o le sue conquiste sessuali, di smettere di fare commenti sui genitali dei membri della troupe e di evitare ogni riferimento al peso dell’attrice o al suo defunto padre. Blake Lively avrebbe inoltre chiesto che non fossero aggiunte scene di sesso non presenti nella sceneggiatura originale da lei approvata prima dell’inizio delle riprese.
Secondo quanto riporta il New York Times, lo studio Wayfarer di cui fanno parte sia Baldoni che il produttore del film Jamey Heath, avrebbero accettato di introdurre un intimacy coordinator a tempo pieno, di portare un produttore esterno e di mettere altre misure di sicurezza sul set.
In risposta alle accuse, un avvocato di Justin Baldoni ha definito l’azione legale “vergognosa” e le affermazioni contenute nel documento “categoricamente false”, in una dichiarazione rilasciata a Variety. Tuttavia, altri dettagli emersi dal reportage del NYT dipingono un’altra versione della storia.
Stando ai dettagli riportati dal New York Times, oltre ad aggiungere un intimacy coordinator sul set, Justin Baldoni e Jamey Heath avrebbero assunto anche un esperto di pubbliche relazioni in situazioni di crisi. L’accusa è di aver orchestrato una campagna di pubbliche relazioni con l’obiettivo esplicito di danneggiare la reputazione di Blake Lively. Tutto sarebbe partito lo scorso maggio, quando Justin Baldoni si accorge che Ryan Reynolds, marito dell’attrice, lo ha bloccato su Instagram. L’attore avrebbe inviato un messaggio a uno dei suoi pubblicisti chiedendo di ideare un piano se Blake Lively avesse deciso in un secondo momento di fare lo stesso. La cosa, infatti, avrebbe leso la pubblicità del film: “Dovremmo avere un piano se fa lo stesso quando uscirà il film. I piani mi fanno sentire più a mio agio.”
La messa in atto sarebbe avvenuta ad agosto, quando i due uomini avrebbero poi espresso timori riguardo alla possibilità che le accuse dell’attrice diventassero pubbliche – nonostante l’accordo -, temendo che ciò avrebbe potuto compromettere la loro immagine. La documentazione presentata da Blake Lively include estratti di migliaia di pagine di messaggi di testo ed e-mail, ottenuti attraverso una citazione legale. Questi materiali, insieme ad altri documenti, sono stati analizzati dal New York Times.
Perché Blake Lively rischia la carriera? L’attrice è in crisi dopo le forti critiche per il film “It Ends With Us”: ecco cosa è successo
Stando alla denuncia di Blake Lively, quindi, oltre alle molestie sessuali sul set di It Ends With usa, la polemica contro di lei sarebbe stata fomentata da questa campagna pubblicitaria denigratoria messa in atto di nascosto da Justin Baldoni e dal produttore del film.