“Non possiamo rimanere in silenzio davanti alla violenza prevaricatrice che si sta diffondendo nella nostra città con chiara matrice patriarcale, omofoba e razzista: esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla ragazza aggredita”. E’ la denuncia pubblicata sulla pagina facebook del Bari Pride in merito a una presunta aggressione avvenuta sabato 2 luglio all’interno del parco Rossani di Bari.
Quello stesso giorno a Bari si è tenuto un corteo che ha coinvolto diecimila persone. “Episodi simili al parco Rossani – scrivono – sono toccati a ragazzi stranieri, e tante altre sono le denunce di molestie per strada contro ragazze che abbiamo contato in questi giorni. Fatti che vedono come aggressori branchi di ragazzi altrettanto giovani, sollevando interrogativi rispetto ad una vera e propria emergenza educativa”.
Nel post si denunciano anche altri episodi di aggressioni verbali e non che si sarebbero verificati in seguito alla parata del Pride di sabato scorso. “Prima contro un attivista, a cui è stata rotta una bandiera da un soggetto dichiaratamente fascista – è scritto – poi un accanimento verbale contro una ragazza trans, che le forze dell’ordine hanno avuto difficoltà a gestire utilizzando un linguaggio non consono”. Anche il sindaco di Bari Antonio Decaro, appresa la notizia dell’aggressione, ha immediatamente richiesto l’intervento della Prefettura e delle Forze dell’ordine oltre che della Polizia locale, che sta acquisendo le immagini delle telecamere.
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“Appena ho letto sui social quanto accaduto – ha affermato Decaro – ho immediatamente inviato tutte le informazioni in mio possesso alla Prefettura e alle Forze dell’ordine. Contemporaneamente ho chiesto alla Polizia locale di attivarsi immediatamente per reperire le immagini registrate dal sistema di videosorveglianza”. “Questa aggressione non può e non deve restare impunita”.
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Sotto il post:
Sabato siamo scesə per le strade di Bari in 10’000 per rivendicare il nostro diritto ad attraversare ogni spazio, che sia un parco pubblico, una scuola o un luogo di lavoro, senza che la nostra identità ci renda bersaglio di violenze.
Subito a seguito della manifestazione abbiamo ricevuto notizia di ben 4 episodi di violenza: aggressioni verbali perlopiù, un’aggressione fisica di stampo dichiaratamente fascista, e un momento di tensione che ha visto coinvolta una persona trans rispetto alla quale le forze di polizia non avevano gli strumenti per comprendere quanto fosse importante chiamarla col suo nome.
Ieri sera, infine, ci è arrivata la quinta segnalazione in poche ore: una coppia di ragazzə è stata violentemente aggredita, con insulti omofobi e transfobici, da loro coetanei al Parco Rossani, fino a mandarlə in ospedale. Parliamo di insulti, calci, e di una pietra scagliata con forza sulla testa di una delle due vittime.
Non possiamo rimanere in silenzio davanti alla violenza prevaricatrice che si sta diffondendo nella nostra città, di chiara matrice patriarcale, omofoba e razzista: esprimiamo tutta la nostra solidarietà allə ragazzə aggreditə. Episodi simili al Parco Rossani sono toccati a ragazzi stranieri, e tante altre sono le denunce di molestie per strada contro ragazze che abbiamo contato in questi giorni.
Fatti che vedono come aggressori branchi di ragazzi altrettanto giovani, sollevando interrogativi rispetto ad una vera e propria emergenza educativa.
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Nella nostra città, non c’è spazio per la violenza: come organizzazioni sociali baresi, pur riconoscendo che alcune zone ad oggi hanno bisogno di una maggiore tutela, riteniamo che la risposta a questi episodi non possa essere solo di tipo securitario, con lo schieramento di forze dell’ordine per le strade.
Riteniamo, anzi, che anche per le forze dell’ordine sia necessario portare avanti momenti di formazione sempre più capillari sui crimini d’odio verso le persone LGBTQIA+, poiché in molti di questi casi si dimostrano impreparati nel supporto delle vittime. Pretendiamo che, chi ha la responsabilità di gestire le situazioni di contrasto che possono coinvolgerci, non ci sottoponga, poi, ad ulteriori violenze.
In questo le nostre non possono rimanere solo parole: abbiamo bisogno, chiediamo, un impegno netto dell’amministrazione comunale in questo senso. Chiediamo l’istituzione di percorsi di educazione alla non-violenza nelle scuole cittadine, rafforzando la presenza delle associazioni sul territorio per fare sì, una volta per tutte, che la cura del tessuto sociale sia l’argine a marginalità e violenza.