Adesso sono ufficialmente due papà, riconosciuti dallo Stato. Hanno due figli gemelli di cinque anni, ma finora solo uno dei padri era a tutti gli effetti il genitore. Quello biologico. L’altro, anche se aveva contribuito e contribuisce ogni giorno a far sì che la loro sia una famiglia a tutti gli effetti, non era nulla.
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Per i giudici “l’interesse dei bambini e delle bambine non può ritenersi adeguatamente tutelato con altre forme offerte dall’ordinamento italiano ai fini del riconoscimento del rapporto con il genitore intenzionale”.
La coppia, assistita dall’avvocata Pasqua Manfredi di Rete Lenford, si era rivolta al Tribunale di Bari per chiedere che negli atti di nascita dei loro due figli, oltre al nome del padre biologico figurasse anche quello del padre intenzionale. Il Tribunale, però, aveva rigettato la richiesta in base alla sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione del 2019. In quell’occasione, la Cassazione aveva stabilito che gli atti di nascita con due papà sono contrari all’ordine pubblico e che l’unica possibilità per le coppie di papà è la stepchild adoption. I due non si sono arresi ed hanno fatto ricorso in Appello.
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“Pur ritenendo che sia necessario l’intervento del legislatore in materia – scrive Rete Lenford in una nota -, la Corte d’Appello ha considerato preminente l’interesse delle bambine e dei bambini a veder riconosciuta e tutelata la propria identità personale e familiare ai sensi dell’art. 8 della Convenzione EDU. Il Collegio, infatti, non ha ritenuto sufficienti altri mezzi alternativi del nostro ordinamento, inclusa l’adozione nei casi particolari che prevede la tutela del diritto alla famiglia, ma non alla identità personale”. La piena genitorialità, quindi, passa dalla trascrizione integrale degli atti di nascita dei bambini nati con GPA all’estero.