Baby K si racconta a Say Waaad? da Terrazza Martini.
Dal rap alle hit estive, in quasi vent’anni di carriera Baby K ha cantato su tutte le basi possibili e immaginabili ma nonostante ciò l’artista originaria di Singapore non si dà limiti: “Ero una rapper auto prodotta, ho fatto la gavetta, tu Wad sei stato il primissimo a intervistarmi su Cosmopolitan nel 2010. Ero una pischelletta infoiata col rap. Ora siamo davanti al Duomo a parlare di com’era e come sarà. Bolero è la nuova canzone, c’è un retrofuturistico con sinth anni 80 e il falsetto di Mika che è tipico suo e fa molto gay club fighetto Parigi-Londra-America che è stiloso”.
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Solleticata da Wad, Baby K risponde a domande serie con menzogne, dicendo tutto il contrario di quello che vorrebbe: “Fare un pezzo con Maluma è come andare in bici, molto naturale. Esco con lui sempre quindi è stato un attimo, dopo lo becco infatti. Mika? Con lui è stato difficilissimo cantare. Un feat che non farei mai? Madonna, non ha nemmeno Instagram”.
Il rapporto con il grande pubblico e gli haters
Con le canzoni popolari è aumentata a dismisura anche la fama di Baby K. Un rapporto, quello col suo pubblico, che l’artista descrive come sano anche se non sempre facile. Nessuna attenzione invece agli haters, che restano sempre in prima fila per puntare il dito: “Il pro di avere un grande pubblico è che ti conoscono dalle mamme alle zie fino ai piccolini ed è bello perché entri nelle famiglie. La cosa negativa è che sono distratti perché è un pubblico troppo ampio e dopo un po’ ti rincog****sce perché non sai a chi parlare e dove. I ca*** di haters sono sempre gli ultimi a morire, ma chi non ce li ha? Non li ca** proprio, I’m busy, c’ho cose da fare”.