Non si placa la polemica sulla vita privata di Emma Marrone. Ha fatto discutere un servizio di IoSpio in cui si definiva “lesbica” la cantante salentina. Adesso sale in cattedra tal Lidia Borghi, definita “una nota giornalista lesbica militante, che a differenza di Emma non ha nessun problema con i termini e con le definizioni identitarie legate alla sessualità”.
“Cara Emma, mi chiamo Lidia Borghi, sono una scrittrice e una giornalista, un’attivista per i diritti delle persone LGBT e una donna lesbica, fra tante altre cose. Ho letto della polemica da te scatenata sul tuo profilo instagram dopo l’uscita sul settimanale IoSpio dell’articolo intitolato ‘Emma lesbica? Tutta la verità’ e ti confesso che non ho capito il perché del polverone che hai sollevato”. La Borghi arringa: “Sembra quasi che tu abbia voluto fare un’operazione di marketing, peraltro meschina, qualora così fosse, per guadagnare qualche follower in più che potrebbe acquistare i tuoi dischi o venire ai tuoi concerti. Per dirla in altri termini, la tua rabbia cozza con quei diritti delle persone omo-bi-transessuali che dici di sostenere. A leggerla così la tua uscita poco felice puzza di bruciato lontano un miglio. Mi spiego meglio: ‘faccio un po’ di caciara, smuovo un po’ le acque dello star system di casa nostra, faccio parlare di me i media e il gioco è fatto'”.
La Borghi allora fa un passo indietro e si scaglia contro un’intervista che Emma rilasciò a Grazia, in cui disse: “Se fossi lesbica l’avrei già detto”. “E qui entro in ballo io: per prima cosa il Medioevo lascialo agli storici, in secondo luogo il termine lesbica ha cominciato a circolare in Italia negli anni Cinquanta come termine dispregiativo nei confronti di quelle schifose donne lascive che vanno contro natura e, ci crederesti? Anche oggi è così per le persone omofobe, ma le donne lesbiche sanno che quella parola è l’unica che le possa definire. Allora mi chiedo perché nel tuo sfogo via social hai parlato di schifo, di ritorno al suddetto Medioevo e dell’omosessualità come un problema da combattere? È da quel dì che il movimento di liberazione delle persone omosessuali sta combattendo, sì, ma l’omofobia e la parità di diritti. Infine il messaggio alle persone LGBTI: ce n’era bisogno? Non è che se non glielo dice Emma sono tutte tristi e depresse. Sembra quasi che l’ipocrisia abiti dentro di te“.