Arturo Brachetti è acclamato come uno dei più grandi trasformisti al mondo, ma oltre alle sue molteplici personalità sul palco della sua vita si sa poco. Il Corriere della Sera è riuscito a intervistarlo e al quotidiano l’artista ha raccontato alcuni retroscena anche del suo lavoro, come ad esempio l’abitudine a conservare tutti i suoi vestiti.
«Sono in un magazzino fuori Torino: sono 450, ogni tanto vado a respirare la storia che hanno catturato – racconta Brachetti -. Alcuni li ho indossati una volta sola. Li conservo tutti perché sono pieni di trucchi. Sono affezionato ai frac bianchi, che uso nel finale dei miei spettacoli, fatti da diverse sartorie per il mondo. Ne ho sei o sette, raccontano 43 anni di vita artistica. Il primo è tutto liso. Quando morirò voglio essere sotterrato con uno di quelli». Già pronto l’epitaffio per la tomba: «Il più bello me lo ha fregato Augusto Fregoli, il primo trasformista: ‘Qui compì la sua ultima trasformazione’. Il mio sarà: ‘Si è trasformato in qualcosa di meglio’».
Brachetti svela di travestirsi anche nella vita privata, per andare a spiare i colleghi, e poi regala due confessioni riguardanti la sfera sentimentale. «Per i miei spettatori io non ho sesso, sono come il personaggio di un popup – dice Brachetti – Se sono innamorato? Sì, da tredici anni, ma se di un uomo o una donna non glielo dico, altrimenti lo scrive. Negli anni ‘70-’80 la sessualità era molto più libera di adesso e tutti abbiamo sperimentato un po’ tutto, quindi anche io ho avuto delle relazioni sia di qua che di là».