Arisa dedica un pensiero profondo a tutto il settore del mondo dello spettacolo fortemente in crisi a causa delle misure d’emergenza dovute al Covid.
“Riguardo alla situazione vigente non so che dire e soprattutto non mi sento nessuno per dire nulla – scrive la cantante – Sto come voi, in attesa: pochissimo lavoro, quello che c’è pagato molto meno degli altri anni. Navigo a vista, ma mi chiudono le finestre. Allora brancolo nel buio. Il buio mi fa paura, mi paralizza, non riesco a fare un passo e neanche a pensare ad altro che non sia ‘oddio è tutto buio’. Non cresco. Rimango in vita ma mi sento morire. Mi faccio forza e punto sul cibo finché ce n’è. Mangio e bevo un bicchiere di vino rosso tutt’ad un fiato che mi faciliti il sonno, mi metto a letto e guardo il soffitto”.
Poi un frase di speranza: “E pensare che una volta bevevo solo Champagne, ma ancora prima solo acqua dal rubinetto. Quindi c’è speranza.” Con il cuore Arisa è vicino a chi sta soffrendo la crisi: “Non immagino che cosa possa significare per una persona che ha investito i sacrifici di una vita in una qualsiasi attività essere costretto a chiudere.”
E la domanda che in molti si fanno: “Meglio morire di #covid_19 o di fame? Questo il dubbio amletico del 2020. Ci auguro buona fortuna“.
Il mondo dello spettacolo e della cultura ha lanciato un appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini per scongiurare la chiusura di teatri e cinema, prevista nella bozza del nuovo Dpcm. Per i firmatari, non solo avrebbe ricadute irrimediabili a livello economico su tutto il settore ma anche “conseguenze nefaste sull’intero comparto culturale e sullo spirito dei cittadini”.
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