Sylvester Stallone è indagato per una denuncia di aggressione sessuale, presentata nel novembre 2017 alla polizia di Santa Monica e riferita agli anni Novanta: «Il caso è all’esame della nostra squadra specializzata in crimini sessuali» dichiara la procura di Los Angeles, senza approfondire le circostanze della presunta violenza e se il reato sia prescritto.
Già a dicembre dell’anno scorso l’avvocato dell’attore, Martin Singer, aveva comunicato ai media americani che Stallone «contesta categoricamente l’accusa». «È chiaro che questa donna ha sporto denuncia per far pubblicare la sua storia sui giornali» aveva dichiarato, ammettendo tuttavia che il divo hollywoodiano oggi 71enne aveva avuto una relazione con la presunta vittima durante delle riprese in Israele nel 1987, quando era single. Il legale ha anche aggiunto che Stallone sta valutando di querelare l’accusatrice per false dichiarazioni.
La notizia arriva in piena tempesta MeToo, il movimento sorto sull’onda delle decine di accuse di stupro piovute contro l’ex produttore cinematografico Harvey Weinstein: in otto mesi le denunce di abusi e molestie hanno investito centinaia di uomini celebri e potenti, del grande e piccolo schermo; come l’attore Kevin Spacey, la star televisiva Bill Cosby e il giornalista Charlie Rose.