La Casa dei Figli di Mouse, l’alternativa social-partenopea al GF che ci fa rimpiangere il trash in tv: l’Irriverente commento di Simone Di Matteo.
Mettete una buona dose di analfabetismo funzionale, quella condizione di incapacità di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità, combattuto dal 1958 con l’alfabetizzazione superiore e oggi – ahimè, ahinoi, ahitutti – tornato sciaguratamente di moda. Aggiungete una dozzina di meteorine del web, altrimenti dette tiktoker, gente senza arte né parte che ritiene di possedere un qualche talento o capacità in qualsivoglia ambito quando, in realtà, assomiglia più ad un insieme di umanoidi usciti dalle peggiori discariche di scorie radioattive. Prendete una bella manciata di sguaiatezza e cattivo gusto, e amalgamate per bene. Infine, disponete i vostri “ingredienti” alla “meno peggio” sulle piattaforme virtuali più in voga e vi ritroverete, nemmeno se vi avessero pagato per farlo, dinanzi alla prima edizione de La Casa dei Figli di Mouse, la ricetta perfetta, sempre che tale si possa ritenere, per gli appassionati di quel trash televisivo che per tanti anni ha tenuto compagnia a molti e di cui nessuno, o almeno quasi, sentiva la mancanza.
Boom pazzesco per “La Casa dei Figli di Mouse”, il reality napoletano in stile “Grande Fratello” (VIDEO)
Non bastava il Grande Fratello, ci voleva anche La Casa dei Figli di Mouse
Sulla scia di un campanilismo tutto partenopeo forse fomentato dalla partecipazione di Geolier alla scorsa edizione del Festival di Sanremo, o chissà, magari per via della chiusura definitiva di ogni porta di Mediaset a quella miriade di prezzemolini che per troppo tempo ha infestato il piccolo schermo, ecco che La Casa dei Figli di Mouse, annunciata come fosse il format dell’anno, ha fatto il suo debutto sulle reti virtuali. Un reality ambizioso, devo ammetterlo, dal momento che mette in pole position tutto ciò che sarebbe potuto tranquillamente rimanere negli anfratti più reconditi del web e che, nonostante sembri strizzare l’occhio a Micky Mouse nella vana speranza di risultare simpatico e appetibile pur non avendo a mio avviso alcun ché da offrire al suo pubblico, si presenta esattamente come un remake nazional-popolare del più celebre Grande Fratello. Della serie, “non c’è due senza uno e il tre verrà da sé” (mi auguro di no!).
Dal tipico confessionale ribattezzato “La stanza degli inciuci” alla diretta streaming dalle 21.00 alle 03.00 del mattino, passando per un’abitazione piena di telecamere e sponsor che nulla avrebbe da invidiare alla sua più ben nota “sorella maggiore” di Cinecittà, le somiglianze con il padre di tutti i reality show non sono poche, tant’è che lo scopo della produzione sarebbe proprio questo: creare un’alternativa valida alla classica televisione, peccato solo che sia meno guardabile della sua antesignana, e intrattenere con un programma sui social network, neanche se di intrattenimento fine a se stesso per cibare le menti sterili di questo sconclusionato XXI secolo non ve ne fosse già abbastanza in giro. Comunque, per quel riguarda i concorrenti, coloro che per tre settimane condivideranno i propri spazi a suon di siparietti evitabili e si adopereranno disperatamente per soddisfare la propria fama di visibilità saranno tutte personalità più o meno conosciute nel panorama dello showbiz napoletano.
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Tra questi, in particolare, troviamo l’improvvisata musicista Rita De Crescenzo che, dopo essersi lasciata alle spalle il suo passato di guai con la legge, deve aver ben pensato di andare alla ricerca del proprio riscatto intraprendendo la tortuosa strada verso il successo. Ebbene, per certi versi quest’ultimo lo ha raggiunto, se poi sia stato un riscatto o meno, non sta a me dirlo! A seguirla a ruota Mucella, una venditrice ambulante di pannocchie ai Quartieri Spagnoli che, non sentendosi più appagata dall’engagement del proprio profilo TikTok grazie al quale ha raggiunto, più per caso che per merito, la notorietà, deve aver deciso di puntare in alto nel tentativo di riuscire a far presa perlomeno su una fascia ancor più ampia di telespettatori. Non me ne voglia nessuno, ma le premesse non sono delle migliori per lei, quindi non oso immaginare come saranno gli epiloghi! A tener loro compagnia, inoltre, c’è Laura La Divina che recentemente è finita al centro delle cronache per la sua improvvisa sparizione e che, secondo la mia non modesta opinione, avrebbe fatto meglio a non ripresentarsi punto e basta! A chiudere la rosa dei 12 artisti di strada, per finire, ci sono nonna Milina Gatta e suo nipote Giuseppe Anna, divenuti un caso internazionale per colpa di un equivoco che li vide fidanzati anziché familiari e che di certo non farebbero alcun ulteriore sbaglio a far ritorno nell’anonimato.
Insomma, avevamo davvero bisogno di una versione 2.0 del GF che attirasse la Gen Z?! Probabilmente no. Sarà in grado di farci addirittura rimpiangere quei teatrini del Biscione che facevano acqua da tutte le parti? Assolutamente sì!!!