Ha spiegato, motivando la decisione di portare sul piccolo schermo proprio Siffredi: “Abbiamo girato per quasi 100 giorni e ci sono state decine di scene spinte, più di 50. Ho accettato di fare questo progetto perché non sono un bigotto, mi piaceva la cosa e in Italia interpretare questo ruolo è un bel modo per litigare con tanta gente”.
Come detto, non tutto può andare liscio per quanto riguarda i momenti più “intimi”: “Intanto si spera di essere fortunati e incontrare colleghi che hanno la stessa gestione e idee di certe cose. Il rischio più grande è che, sia tra donna e uomo che tra uomo e uomo o donna e donna, sul set una cosa che tu metti in scena potrebbe essere fraintesa come un qualcosa che vuoi tu persona e non che fa il personaggio. Tu ti muovi e magari l’altro pensa: ‘Perché fa questo, che vuole fare? Mi vuole dire qualcosa?’. Bisogna sfuggire da quello”.
Per questo Borghi ha preso i suoi provvedimenti: “Io per scappare da quello ci parlo prima. Quindi o dici: ‘Io ci sto a provà e mi piaci anche nella vita’, oppure dici: ‘Tutto quello che farò non sono io, ma il personaggio e lo fa a favore del racconto: non sentirti minacciato o infastidito’. Così capisci fino a dove ti puoi spingere a favore del racconto. Direi che è una cosa delicata, ma che dopo aver parlato diventa più semplice. Il tipo di affinità anche da quel punto di vista è alla base di tutto”.
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In questa avventura, che vedrà protagonisti anche Jasmine Trinca, Adriano Giannini, Saul Nanni e Linda Caridi e che andrà in onda su Netflix in autunno, Borghi ha avuto il supporto di Rocco stesso. “Girarlo è stato abbastanza difficile, ma è stato molto bello. Un viaggio nella vita di Rocco che è diventato un amico e lo stesso Rozsa (la moglie di Siffredi, ndr). Loro mi hanno aperto le porte. Mi ha detto molto più di quello che immaginavo. L’idea che avevo di lui non c’entrava nulla con la sua essenza reale”.
E infine è tornato sul tema di partenza: la scelta di interpretare proprio un pornodivo. Ha infatti sostenuto: “Tutti mi chiedono: ‘Perché hai accettato di interpretare Rocco?’ e io rispondo sempre: ‘Ma perché nessuno mi ha chiesto come mai ho accettato di fare Aureliano (il personaggio protagonista di Suburra – La serie, ndr), che era uno che sparava a tutti?’”.