Anche nella musica c’è bisogno di un movimento #MeToo, è quanto sostiene Alanis Morissette.
La cantante in una recente dichiarazione al Sunday Times, afferma: “Quasi ogni artista femminile è stata aggredita, molestata, violentata… Le molestie sessuali sono onnipresenti, come nel cinema…”.
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Le molestie sono diventate una cosa “normale”: “Sesso, droghe e rock’n’roll? Per definizione, il mondo della musica è rozzo e aggressivo. Ma è solo una questione di tempo prima che ci sia una esplosione di confessioni su violenze e minacce sessuali”.
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La cantante ha sottolineato come le donne dovrebbero essere in grado di farsi avanti sulle loro reali condizioni ma disapprova chi sostiene che in molte “abbiano aspettato troppo” ad accusare i loro molestatori.
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“Prima di tutto, non hanno aspettato”, ha detto: “Affrontano la minaccia di perdere il lavoro, la reputazione o di non essere credute. Nella migliore delle ipotesi, l’accusa viene ignorata, nella peggiore vieni ammonita o licenziata”.
Morissette ha anche difeso la “rabbia femminile”, che secondo lei è più importante che mai. E ha elogiato la collega musicista Kesha per “aver già preso a calci un ….” accusando e denunciando di strupro il magnate della musica Dr. Luke.
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“Il mio obiettivo sarebbe quello di togliere la ‘normalizzazione’ delle molestie. E le strutture che le consentono” e aggiunge: “La rabbia femminile ha una cattiva reputazione, ma fa parte dell’essere umano. Non il prendere a pugni qualcuno, ma una rabbia incanalata nell’attivismo, nell’alzare finalmente la voce, per dire di no, per proteggere i tuoi figli, per essere una femminista”.