Un sondaggio condotto dal Washington Post e da KFF, un’organizzazione no profit che si occupa di problemi di salute, ha raccontato di come cambia la vita delle personi transessuali dopo il cambiamento di sesso.
L’organizzazione ha sentito e studiato oltre 500 adulti transgender, che hanno risposto a domande sulla loro infanzia, sulla famiglia e sulle altre loro esperienze di vita.
Secondo il 78% degli intervistati, passare a un genere diverso rispetto a quello assegnato alla nascita ha migliorato la loro esistenza. Più di 4 adulti su 10 hanno dichiarato di essere «molto più» appagati, dopo il percorso di transizione.
Stefania Rocca porta in teatro la transizione di genere: “In nome della libertà e dei diritti della comunità Lgbtq+”
In generale, però, il tasso complessivo di soddisfazione della vita, tra gli adulti transessuali, è inferiore rispetto a quello della popolazione generale. Hanno più del doppio delle probabilità rispetto agli altri di aver sperimentato gravi problemi di salute mentale, come la depressione. Secondo molte delle persone che hanno partecipato al sondaggio, il motivo è la discriminazione che, ogni giorno, chi è transessuale deve affrontare. «Hai sempre quella paura di cosa succederà quando dici a qualcuno che sei transgender, specialmente di questi tempi», ha riferito un intervistato. «Questo sicuramente influisce sulla qualità della vita di una persona. È uno stress costante». Le discriminazioni sono quotidiane, e vengono subite nei diversi ambienti, sul lavoro (1 su 5 è stato licenziato), fra le pareti di casa e anche in ospedale. Un adulto transessuale su 4 dichiara di aver subito aggressioni fisiche, e 6 su 10 riferiscono di molestie verbali.
La maggior parte degli intervistati ha scoperto già prima dei 18 anni di non riconoscersi nel genere assegnato alla nascita: il 32% lo ha capito nei suoi primi dieci anni di vita, mentre il 34% tra gli 11 e i 17.
Cosa si prova ad essere genitori di uno o più figli gay, bisessuali o transgender? (VIDEO)
Rispetto alla popolazione generale, le persone transgender hanno vissuto, in media, un’infanzia più infelice (il 46% contro il 19%): a molti di loro è mancato un adulto fidato con cui potersi confidare. Anche la scuola ha rappresentato un fattore di stress importante: più di 4 su 10 si sono sentiti insicuri in classe e più di uno su 4 ha provato disagio partecipando a sport e ad altre attività extrascolastiche.