Chiesti tre anni di carcere per l’ex marito di Adriana Volpe, Roberto Parli, accusato di maltrattamenti in famiglia e violenze psicologiche.
Nel 2021 la conduttrice ha denunciato Parli, dal quale ha avuto la figlia Giselle. Da quella denuncia sono partite le indagini, quindi il processo. E la richiesta di condanna che la pm ha formulato martedì 3 dicembre 2024, dopo aver sentito nelle scorse udienze diversi testimoni, tra i quali alcuni amici dell’ex coppia.
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Una persona vicina alla Volpe ha raccontato anche le minacce che l’imputato avrebbe rivolto alla conduttrice e volto noto Rai mentre era impegnata come concorrente del reality show, Grande Fratello Vip, in onda tra gennaio e marzo 2020.
«La ricostruzione della pm è piena di errori»
Una ricostruzione che la difesa non condivide e che promette di smentire punto dopo punto: «Per il reato di maltrattamenti il presupposto oggettivo è la abitualità – spiega l’avvocata Laura Corbetta che difende Parli – in questo caso si tratta di singoli episodi, di condotte reciproche di Parli che ha reagito alle ingiustizie subite dalla moglie».
E ha aggiunto: «La ricostruzione della pm è piena di errori. E soprattutto mancano gli elementi di colpevolezza come l’abitualità delle condotte. La Volpe lo ha denunciato anche in Svizzera per gli stessi episodi e il procedimento per diffamazione, ingiuria e minaccia si è chiuso con un’archiviazione».
La parte civile ha immediatamente replicato: «Il pubblico ministero non ha contestato pochi episodi – dichiara l’avvocato Giuseppe Marazzita – ma una serie di violenze morali e minacce che in un periodo di due anni hanno causato nelle persone offese paura e sofferenza».
Caso chiuso con Magalli
Questa è solo l’ultima delle disavventure giudiziarie che vedono Volpe come vittima: poche settimane fa si è concluso il processo per diffamazione che ha visto Giancarlo Magalli sul banco degli imputati per una frase offensiva scritta su Facebook.
Il giudice monocratico del tribunale di Roma ha dato ragione ad Adriana, imponendo settecento euro di multa, pena sospesa, e 5mila euro di risarcimento dei danni a carico del conduttore.