Nella società di Instagram avere un viso splendente è ormai un imperativo unisex. Senza eccezioni per nessuno, nemmeno per il maschio alfa. Quello che una volta si guardava allo specchio giusto il tempo per radersi, adesso invece spia la propria immagine con il compiacimento di Narciso alla fonte.
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Risultato: la spesa in cosmetici, guyliner, matite per sopracciglia e fondotinta destinati all’ ex sesso forte, cresce a ritmo esponenziale. E quest’ anno ha avuto un ulteriore balzo in avanti. Grazie al boom del manscara, parola composta di man e mascara, una vera e propria coincidenza degli opposti tra due termini che fino a pochi anni fa sarebbero apparsi inconciliabili. Con l’ eccezione clamorosa e luminosa delle star del rock, sia glam che hard. Gli ombretti colorati di David Bowie, gli occhi bistrati di Keith Richards, quelli cerchiati dei Cure. Poi sono arrivati l’ eyeliner di Johnny Depp nelle vesti di Capitan Sparrow e il trucco acqua e sapone di Jude Law.
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E pensare che il trucco è stato per secoli il simbolo inquietante di un femminile perturbante. Tanto che un padre della Chiesa come Tertulliano sosteneva che fosse stato il diavolo in persona a insegnare alle donne come truccarsi con «quella polvere nera con cui si prolungano gli occhi». E da allora la parola trucco ha sempre significato una contraffazione dei lineamenti. Prima peccaminosa, poi semplicemente vanitosa, comunque pericolosa. Ma per fortuna è arrivata la liberazione delle donne che ha fatto giustizia di questi anatemi da babbioni. E adesso, finalmente, tocca agli uomini darsi da fare per piacere agli altri e a sé stessi. Ancora una volta l’ emancipazione delle ragazze emancipa anche i ragazzi. Con tanti saluti al maschio alfa.
Marino Niola per Il Venerdì-la Repubblica