Un cameo, più da cantante che d’attore, ma pur sempre un esordio cinematografico. Achille Lauro è stato tra gli ospiti di Alice nella città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, per la presentazione del film Anni da cane, il teen movie con protagonista Aurora Giovinazzo diretto da Fabio Mollo e in arrivo su Amazon Prime Video dal 22 ottobre.
Achille Lauro si è detto sempre aperto al nuovo, per questo pronto ad accettare senza problemi un cameo in un film, anche se vede il cinema come una professione a parte, da non prendere alla leggera. “Di certo interpretare un ruolo, fare cinema, non è una cosa facile, lo lascio fare a chi è in grado di farlo, a chi studia e chi è portato” risponde alla domanda su un’eventuale inizio di carriera come attore. Dietro la macchina da presa, però, Lauro qualche esperienza alle spalle ce l’ha: “Ho già lavorato alla regia dei miei videoclip e sto lavorando su due documentari ancora inediti. Mi piacerebbe dirigere, anche fallendo, perché il fallimento è contemplato. Si diventa qualcuno di successo imparando attraverso i fallimenti”.
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“Quello che faccio io in realtà non è tanto diverso da quello che fanno loro” – continua Lauro – “Nel mondo della creatività e dell’arte (anche se non mi piace molto usare questo termine, mi sembra presuntuoso) c’è sempre qualcosa che hai in testa e che vuoi proiettare nella realtà. Il segreto del successo per me è prendere quell’idea vaga che pensiamo non sia niente ma che in realtà è una grande idea e riuscire a proiettarla nel modo più coerente e fedele possibile. Che sia un film, che sia un ruolo o una canzone”.
Nel frattempo, quest’estate, Achille Lauro ha stretto un accordo con Amazon Prime, un overall deal attraverso cui l’azienda di Bezos gestirà il suo brand, non escludendo altri progetti di questo tipo. Sull’accordo con Amazon, dice il cantante: “Vedremo cosa succederà. A me piace cambiare, non ho limiti, sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, di qualcosa che non esiste, di qualcosa che non ho mai fatto, mi metto alla prova. Mi hanno chiesto se mi sarebbe piaciuto interpretare me stesso e ho detto di sì. Ma fare l’attore è una cosa molto seria, come interpretare una canzone non tua. Mi trovo bene a cantare le mie canzoni perché sono mie, sono miei stati d’animo e le vesto come un vestito pensato da me. Cantare una canzone di altri è molto più difficile.