Estratto dell’articolo di Roberto Alessi per “Novella 2000”.
«Roberto, sì, sono diventato papà di nuovo, un maschio, Giorgio!». La voce testosteronica, profonda, calda come quella di un attore di prosa, di Roberto Cavalli, il grande stilista, mentre mi parla al telefono si colora di una dolcezza infinita e non sono certo i suoi 82 anni a rendere meno magica l’emozione di un padre, anche se oggettivamente l’età mi colpisce.
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È da mesi che sono a conoscenza della gravidanza della sua compagna svedese Sandra, donna straordinaria, da anni legatissima a Cavalli, […] Ma ora il bambino è nato, Roberto Cavalli è felice mentre me lo comunica e qui mi basta dare una bella notizia che coinvolge un genio della moda, un uomo gentile, colto, un amico che conosco da tanti anni e il suo amore, Sandra. È da tanti anni che Roberto è legatissimo alla sua compagna, la dolcissima Sandra Bergman, che a 38 anni gli ha dato un figlio, il sesto per Cavalli.
Perché Roberto ha due figli, Tommaso e Cristiana, nati dalla sua prima moglie Silvana, e tre, Robert, Rachele e Daniele, avuti dalla geniale e bellissima Eva Maria Düringer, austriaca, che tanto ha contribuito al successo del suo marchio, griffe famosa in tutto il mondo.
«Sandra sta bene, il bambino, che è nato una settimana fa proprio qui a Firenze, è bellissimo ed è stata una grande emozione vederlo appena nato, una vita che è sbocciata, cresce. L’abbiamo chiamato Giorgio, come il nonno, mio padre».
[…] Aveva solo 4 anni quando Robertino, così lo chiamavano in casa, seppe che suo padre non sarebbe più tornato, preso nel 1944 dai nazisti della Wehrmacht e fucilato a Cavriglia, in Toscana. Fu una delle pagine più buie della guerra. Era il 4 luglio del 1944 e le truppe tedesche della divisione Hermann Göring rastrellarono, mitragliarono e bruciano i corpi di 191 maschi tra i quattordici e gli ottantacinque anni nei paesi del comune di Cavriglia, in Valdarno. Tra loro c’era anche Giorgio Cavalli, il papà di Roberto.
E così la madre, figlia un grande pittore macchiaiolo, Giuseppe Rossi, rimasta sola con due figli, lui e Lisetta, andò a Firenze per mantenere la famiglia. Furono anni durissimi e quel dolore Roberto non l’ha mai dimenticato, non è mai riuscito a soffocarlo del tutto e questo bambino che è arrivato da Sandra è una sorta di omaggio a un padre, Giorgio, che lui non ha potuto amare quanto avrebbe voluto nella sua quotidianità. […]