Meta non oscurerà i commenti di chi accusa le persone gay, quelle trans, e l’intera comunità Lgbtq+ di avere malattie mentali.
La fine del programma di fact checking, al momento solo negli Stati Uniti, non è l’unica novità introdotta dal gigante dei social nelle scorse ore. Secondo le comunicazioni diramate ieri, Instagram, Facebook e Threads «si sbarazzeranno» di limitazioni su argomenti come «immigrazione, identità di genere e questioni di genere», che secondo la compagnia sono «spesso parte del dibattito politico». «Non è giusto che le cose possano essere dette in Tv o in Parlamento, ma non sulle nostre piattaforme», scrive Meta in un articolo sul proprio blog a firma del capo degli affari internazionali, Joel Kaplan. Quest’ultimo è un convinto repubblicano, che Zuckerberg ha insediato nel ruolo quest’anno, rimpiazzando il britannico Nick Clegg.