“Flashback” è il brano che Laura Pausini ha dedicato ad Alessia.
“Ci siamo conosciute circa 15 anni fa, mi ha chiamato in diretta in una radio di Milano. Alessia mi ha raccontato che subiva violenza da parte del padre”, inizia così il racconto della cantante.
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La cantante spiega anche il rapporto che si è creato negli anni con Alessia una sua fan che gli aveva scritto per chiedere aiuto. Aveva chiamato a piû riprese le forze dell’ordine quando Alessia le aveva chiesto aiuto e aveva mantenuto un rapporto nel tempo anche ora che la ragazza è diventata una donna, si è costruita una famiglia e ora vive nel Veneto. Laura ha chiamato Alessia per realizzare con lei e altri le foto che corredano quello che è un concept album e cd. “Ho chiamato la Polizia più volte. Alessia è riuscita da sola, appena maggiorenne, a scappare da quel padre. Oggi Alessia è una donna ed ha raccontato la sua storia in un libro, nel suo libro lei mi chiama ‘luce’, e in questo libro ha testimoniato la sua forza per farcela. Oggi è una donna, ha la sua famiglia, ha dei figli ma non dimentica il suo passato. Ecco, il mio brano Flashback è dedicato a lei”.
@spyit.it LAURA PAUSINI spiega il significato dei suoi brani: 👉 12 – FLASHBACK 🎶 #laurapausini #musica #animeparallele #musicaitaliana #pausini #però #flashback #venere #valelapena #oltrelasuperfice #davantianoi #allamorenostro #bonustrack ♬ suono originale – SPYit.it
Alessia è una donna ora di 40 anni che ha costruito un percorso come necessario su quanto le è accaduto, che ha lavorato come infermiera nel reparto oncologico delle Molinette e poi ha seguito il marito con la famiglia nei suoi spostamenti professionali.
La ripartenza dal buio è ora un elemento fondamentale della sua vita: “Il mio compito oggi ed il mio obiettivo sono quelli di diffondere il più possibile un messaggio che possa incitare alla ricerca di quella luce che io ho incontrato in Laura anni fa… non solo ma tutti noi possiamo divenire quella luce per chi vive nel baratro della violenza. Laura è stata per me ,indubbiamente quella mano tesa per tenermi forte in situazioni drammatiche nelle quali ho pensato più di una volta che forse sarebbe stato meglio non esistere. Avevo bisogno di aggrapparmi ad una figura femminile che mi vedesse … che mi sentisse… mentre sulla mia vita in quegli anni calava il buio e mentre mia mamma , pur mettendocela tutta, non riusciva a trovare i mezzi per proteggere se stessa e le sue due figlie e mentre attorno a noi vigeva purtroppo forte quel velo d’omertà che rendeva quella situazione ancora più complicata.”
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Alessia ha anche raccontato la sua storia in un libro intitolato L’eco della tua voce, un tentativo riuscito di scrivere per provare a curare le proprie ferite e per rinascere, ma anche per raccontare la figura di sua madre che purtroppo non c’è più portata via da un tumore: “Il libro mi ha dato l’opportunità di conoscere le storie di tante donne che, come me, hanno subìto violenza in contesti familiari . Spero di aver trasferito loro un messaggio di speranza: Non siete sole. Una mano tesa, di questo ha bisogno chi subisce violenza.”
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