SENHIT celebra il 40º anniversario di “I am what I am” di Gloria Gaynor, un brano che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica e nella lotta per l’uguaglianza e l’accettazione, con una cover dance.
I Am What I Am è un inno di autoaffermazione, indipendenza e coraggio che continua ad ispirare milioni di persone in tutto il mondo. Questa canzone è stata scritta da Jerry Herman per il musical “La cage aux folles” ed è stata resa famosa da Gloria Gaynor con la sua potente interpretazione nel 1983. Il brano è diventato la canzone simbolo per chiunque abbia dovuto lottare per essere se stesso ed è stato scelto come sigla dalla manifestazione dei cori internazionali LGBTQ+ che si svolge nel mondo ogni 4 anni e che a giugno di quest’anno si è svolta a Bologna, per la prima volta in Italia.
Nel corso della manifestazione presentata da Senhit, l’artista ha cantato “I am what I am” creando un bellissimo momento di unione tra i cori partecipanti all’evento e poi con tutto il pubblico. La Freaky Queen e la Regina della Disco Music hanno incrociato così le loro strade grazie a questo brano senza tempo, che ricorda a tutti che ognuno di noi ha il diritto di essere se stesso, di abbracciare la propria unicità e di vivere senza paura o giudizio.
Senhit, italo eritrea e cittadina del mondo, conosciuta per il suo eclettico talento e la sua straordinaria capacità di esprimere emozioni attraverso la musica, ha deciso di onorare questo brano intramontabile con una appassionata reinterpretazione, accompagnata dal coro LGBTQ+ di Bologna “Komos”, con la produzione di Placido Simone e Massimo Zanotti e con il contributo di Gigi Barocco per il mixing e mastering.
Simbolo di questa cover sarà un bracciale viola: un colore disprezzato, negletto, rifiutato dal mondo del teatro perché è il colore della Quaresima (e quindi di un periodo di tempo in cui le rappresentazioni erano proibite), ma presto respinto da tutto il mondo dello Spettacolo, così come spesso si estendono rapidamente pregiudizi e preconcetti. Dichiara Senhit: «In qualche modo il viola può essere considerato il colore delle persone rifiutate, disprezzate, ghettizzate. Ho scelto questo colore per esprimere il mio rifiuto verso qualsiasi preconcetto e qualsiasi forma di estremismo, di razzismo, di intolleranza verso qualcosa o, soprattutto, qualcuno. Tutti i colori sono uguali, così come tutte le persone sono uguali e tutti hanno diritto ad avere pari dignità».