Paolo Crepet ha parlato con MowMagazine del rapporto tra la percezione del proprio corpo e la tecnologia.
Il tentativo, percorso in lungo e in largo in questi anni, è quello di riportare la bellezza a canoni possibili e non nocivi e lo psichiatra ammette: “Se continuiamo ad utilizzare tutti questi filtri ed effetti, finiremo per diventare “uguali uno ad uno”. Neutralizzeremo qualsiasi diversità”. Secondo Crepet “la libertà di mercato coincide con una precisa identità femminile e maschile secondo cui, appunto, la ragazza deve essere in un certo modo e il ragazzo pure. Non c’è altra possibilità” e tutto questo è “spaventoso“.
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Laddove non si aggiungono filtri, chiede la giornalista, si va in “sottrazione” e approfitta per domandare a Crepet cosa ne pensa dei nudi di Arisa, Elodie o Victoria dei Maneskin: “In generale, penso che se uno non ha voce, ha fondoschiena. Siamo in un mondo in cui un cantante per promuovere un disco deve spogliarsi, non serve più fare un concerto speciale o comunque ipotizzare un lancio promozionale diverso? Queste signore lo sanno che esistono i Rolling Stones? A Mick Jagger non è mai servito posare senza veli per l’uscita di un nuovo singolo. Quando arrivi a mostrarti nudo vuol dire che è la fine. Oltre c’è solo l’endoscopia“.
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Ma per lui, la bellezza cos’è? “Ciò che è folle, quello che non ti aspetti, quello che va contro qualsiasi regime estetico stabilito dalle tecnologie. La bellezza si legge e si nota nella libertà d’espressione”.