L’Irriverente ha intervistato a Nikita Pelizon su newsprima.it.
Buongiorno Nikita e benvenuta tra le pagine della mia Irriverente rubrica. Innanzitutto, chi ti ha consigliato la strategia di marketing con cui hai promosso “Hunika Way”?
Conoscendomi, sono super emotiva nel mio modo di pubblicare, ed essendo super presa da mille eventi, progetti, opere, mostre, musica e così via, volevo farmi affiancare da professionisti che mi facessero crescere a livello di personal branding e che curassero in maniera mirata la mia comunicazione. Prima del Grande Fratello, avevo più tempo, perciò riuscivo a rispondere a messaggi, editare e pubblicare ogni giorno. In seguito a quell’esperienza, le cose sono cambiate e, volendo postare contenuti di maggior qualità, desideravo qualcuno che mi aiutasse.
A questo progetto motivazionale ci ho lavorato per anni, dunque desideravo che venisse compreso appieno e che tutte le persone che mi hanno scritto in questi anni o che mi hanno seguito nel day-time del reality ne venissero a conoscenza. Ho lasciato ideare la strategia di marketing a gente del mestiere, pur riservandomi di dire la mia su questione in merito alle quali non mi trovavo d’accordo nonostante mi sia sempre stato ripetuto che, avendo contattato terzi per occuparsi della questione, dovevo seguire le loro linee guida.
Quando mi sono resa conto dell’uragano mediatico che si stava scatenando, però, e del fatto che mi venisse consigliato di affiancarmi a persone con una reputazione titubante a livello legale, con annesso innalzamento dei prezzi come da strategia (cifre che già nelle riunioni avute durante le settimane del lancio non appoggiavo), mi sono chiesta: ‘Ma l’obiettivo di questi qual è?’. La gente mi stava accusando per il costo del corso e per la mia formazione. Tralasciando che il mental coach legalmente non richiede alcuna preparazione formale, i prezzi che inizialmente avevo in mente dovevano partire da 57€ per il lancio e da 127€ dopo le 24 ore, senza possibilità di call privata.
Non solo ho dato l’ok per questi prezzi, ma, visti gli sviluppi, mi sarei aspettata altro da un’agenzia di comunicazione. Non so, magari che alle mail dove mi invitano come ospite o per ritirare dei premi venga risposto piuttosto che esser lasciate nel dimenticato. Oppure che se il lancio crea un danno di immagine a causa di una comunicazione errata, tu mi dica: ‘Scusami…’. E invece, mi sono sentita dire: ‘La colpa è del tuo profilo perché non era pronto e perché non hai messo i contenuti su TikTok che ti avevamo detto’.
Al di là del fatto che prima che entrassi nella casa del GF i miei post tendevano tutti al motivazionale, se ti assumo come agenzia di comunicazione con un progetto già finito che va solo messo online, perché tu, agenzia professionale, a me cliente non spieghi: ‘Guarda, cara Nikita, ci piace il progetto, ma analizzando i tuoi profili social è meglio fare un lavoro prima di 3/6 mesi, perché dopo la trasmissione non hai pubblicato quasi più nulla sulla motivazione e in relazione al mindset, di conseguenza la gente ti vede più come la vincitrice del Grande Fratello’. Infine, essendoci esperti del settore dietro, mi auguro anche, una volta online, l’iniziativa sia perfetta. Non posso di certo immaginare che, a 12 ore del lancio, il video di presentazione abbia ancora dei dettagli che sarebbero dovuti essere corretti settimane prima!
Parlando di campagna pubblicitaria, sebbene tu ti sia mostrata sempre a favore della salvaguardia dell’ambiente, hai fatto ricorso ad una grande quantità di palloncini di plastica…
Per quel che riguarda i palloncini, la prima cosa che ho chiesto al brand è se fossero eco-sostenibili e, come si può verificare dalle chat esistenti, questa cosa mi è stata confermata trattandosi di una compagnia i cui prodotti rientrano nei canoni della sostenibilità. E di questo sono rimasta molto entusiasta!
Quando hai pensato, per la prima volta, di dar vita a “Hunika Way”?
Moltissimo tempo fa. Per anni, ho ascoltato le storie delle persone che mi seguivano sui social e che mi chiedevano spesso come avessi fatto a superare le mie insicurezze e la solitudine, ad affrontare ogni sfida con il sorriso oppure a raggiungere i miei obiettivi. Da qui, ho avuto l’idea di creare qualcosa che potesse essere di aiuto a quanti si rivolgevano a me e che mi permettesse di poter rispondere più velocemente alle loro domande, non avendo il tempo di star dietro a ciascuno singolarmente ed essendo impegnata professionalmente in svariati campi. Il tutto, prendendo a modello la mia storia e il modo in cui ero riuscita a superare le negatività del mio passato. Ho lavorato tanto su me stessa e so bene cosa significa. Una volta che avvii un percorso di esplorazione interiore, questo non finisce mai. Pertanto, ho voluto far tesoro delle mie esperienze e regalarle agli altri perché, sebbene il mio corso abbia un costo, il pagamento va effettuato una volta sola!
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Come ricordavi poco fa, hai conquistato il podio del Grande Fratello. Nella vita, però, ti senti più “vincitrice” o più “vinta”?
Mi sento sia una guerriera sia una bambina che vaga spensierata nei prati canticchiando e sognando ad occhi aperti. Credo che nella vita si vinca soltanto quando si fa ciò che si vuole realmente fare con passione. Per arrivare a questo punto, però, è necessario affrontare diverse sfide e vincere altrettante battaglie. In tanti mollano la presa ancor prima di giungere a destinazione ed io non disposta a farlo. Al tempo stesso, comunque, non mi sento una “vincitrice” perché la vita è una continua lezione e c’è sempre da imparare. Io, poi, sono estremamente curiosità, perciò desidero conoscere cose e/o persone nuove in continuazione.
In più di un’occasione hai dichiarato di aver sofferto di depressione. Ritieni che la tua esperienza personale sia sufficiente a qualificarti come figura in grado di aiutare qualcuno? Non hai paura di essere etichettata come l’ennesima tuttologa del web?
Sicuramente ci saranno persone che mi identificheranno come una “tuttologa del web” e se così è, allora vuol dire che non mi hanno capita. Quello che posso dire è che per me “Hunika Way” è il racconto dei miei ultimi 8 anni di vita in formato video, all’interno del quale svelo quelli che sono i segreti che possono aiutare chiunque a lasciarsi la negatività alle spalle. Con me hanno funzionato. Non a caso, volevo che il sottotitolo del progetto fosse “Switch da negativo a positivo”. Per quel che riguarda il concetto di “depressione”, invece, io ho parlato principalmente della mia storia personale e ho voluto consigliare delle tecniche che a me hanno aiutato molto. Ciò non significa che queste abbiano un valore universale e che siano in grado di aiutare chiunque. Ho ripetuto diverse volte che il mio corso motivazionale non sostituisce una normale terapia psicologica o psichiatrica. “Hunika Way” racchiude in sé tutto quello che ho letto negli ultimi anni, che ho ritenuto utile inserire nel pacchetto e che mi è servito per capire le mie radici negative, i miei traumi. In altre parole, è un percorso che ti porta a conoscere te stesso. Spesso e volentieri siamo distratti da e nella vita, e questo non ci permette di comprenderci fino in fondo.
Ti sei definita “un’influencer motivazionale”. Alla luce di questo, per te i social network sono realmente un strumento utile a questo scopo o rimangono, sempre e comunque, piattaforme lavorative?
A me piace moltissimo il concetto di “influencer motivazionale” perché, obiettivamente, non mi sento una influencer al pari di tante altre. A differenza loro, difatti, io non utilizzo i social per promuovere prodotti o diffondere “codici SCONTO”. Al contrario, io di prodotti ne pubblicizzo davvero pochi, a patto che siano in linea con i miei valori, tant’è che ho rifiutato svariate proposte di collaborazione, specialmente quelle di brand in cui non credevo particolarmente. In più, osservo molto il feed di chi mi segue e non solo. In merito all’utilizzo che ne faccio, inoltre, posso dire che ogni mattina posto un messaggio angelico, una riflessione o un messaggio positivo. Per anni, ad esempio, ho pubblicato pillole del buongiorno e della buona notte che miravano a far riflettere perché amo particolarmente portare le persone a porsi delle domande. Per questo le piattaforme virtuali sono un po’ diverse per me rispetto a quello che è il pensiero sociale comune.
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Alcuni rumors ti vedono vicina a Biagio d’Anelli. Chi è lui per te?
Per me Biagio è una persona importante. Spero di non perderlo lungo la via. Gli voglio un mondo di bene e lo ringrazio di essermi stato vicino in quest’ultimo periodo perché è proprio nei momenti di difficoltà che riconosci chi tiene veramente a te.
Alla luce di ciò che è stato scritto e detto, porterai in ogni caso avanti la tua iniziativa?
Assolutamente sì, la porterò avanti indipendentemente da quello che è stato detto e scritto su di me. Persino diversi personaggi televisivi mi hanno consigliato di cancellare tutto e di chiedere ‘scusa’, ma io rimango ferma sulle mie posizioni e le mie idee per due semplici motivi. Il primo è perché si tratta di un progetto perfettamente legale. Difatti, non concordo con tutti gli specialisti, psicologi, psichiatri e psicoterapeuti, che mi hanno accusato di “rubare il lavoro altrui” perché, come ho anticipato poco fa, non mi sto sostituendo a nessuno. Anzi, sto mettendo a disposizione la mia storia e ciò che ho imparato negli ultimi anni. Per questo, non mi faccio assolutamente abbattere dalle critiche o da chiunque cerchi di screditarmi. Vedo sempre il lato positivo delle cose e cerco di vivermi il momento presente dedicandomi ai miei lavori, cosa che dovrebbe portare i miei detrattori a farsi delle domande. “Hunika Way” vuole portare le persone a comprendere il perché dei propri blocchi emotivi e delle proprie insicurezze, e sono fermamente convinta che sia fondamentale per incominciare un nuovo cammino di rinascita interiore e, in secondo luogo esteriore. Perché se pensiamo alla teoria dell’acqua sviluppata e scientificamente dimostrata da Masaru Emoto, secondo la quale esiste una connessione tra le energie positive/negative umani e i vari stati dell’acqua, solo dopo aver ripulito il nostro io interiore, potremo condurre una vita esterna migliore, più colorata e più serena. Perciò, lo ripeto per l’ennesima volta, “Hunika Way” non è un percorso che si sostituisce alle classiche sedute dallo psicologo, ma è un viaggio d’introspezione alla scoperta di una versione migliore di noi stessi ed è acquisire consapevolezza di chi siamo in realtà. Mi dispiace che in molti non l’abbiano notato e che abbiano associato la parola “depressione” all’iniziativa. Io ho tutto il diritto di parlare della MIA esperienza di vita e se qualcuno può riconoscervisi, allora quel qualcuno potrà trarne beneficio.
C’è qualcos’altro che vorresti aggiungere?
Sicuramente non posso che ringraziare quest’esperienza perché ho compreso chi sono gli amici veri nella mia vita. Chiunque mi abbia scritto in privato o chiamato chiedendomi come stavo anziché cavalcare l’onda mediatica con un post o intervista. Osservo molto e ciò mi permette di comprendere tanto. In più, un po’ come è successo questa estate con il progetto sulle navette e taxi con Matteo Salvini, ci terrei che le persone iniziassero a riflettere su cosa per loro significa la parola “influencer”. Bisognerebbe imparare a distinguere tra personaggio noto seguito on line e influencer in senso stretto, soprattutto perché il pensiero comune generalizzato è che l’influencer sia un lavoro facile e veloce per persone che non hanno un QI piuttosto elevato o che non meritano di essere interpellate ad un tavolo governativo. Mi spiace perché è un giudizio totale. Un giudizio che nasce da chi per anni ha fatto passare il “fare l’influencer” come un gioco da ragazzi e che consente di fare soldi in maniera piuttosto facile. In realtà, è un lavorone. Ci sono tantissime responsabilità, proprio perché qualunque cosa si faccia ottiene un riscontro. Il punto è che non approfondiamo. Non approfondiamo ciò che viene detto, non ne capiamo il contesto, leggiamo una news riportata e ci fermiamo al titolo facendo poi partire la polemica. Spero, un giorno, di vedere un mondo che gioisca delle persone che si impegnano a seguire i loro sogni ottenendo risultati piuttosto che soffermarsi su altro. E mi auguro che sempre più persone inizino a chiedersi il perché delle cose. Invece di provare fastidio, rabbia o frustrazione, magari provare a domandarsi: Come ha fatto quella persona? Come ci posso riuscire anch’io? Quali sono le persone che conosco che mi possono aiutare a raggiungere il mio obiettivo? Cosa posso fare in questo momento attuale per raggiungere quell’obiettivo? Da influencer motivazionale, diverse volte dico ai miei fan di staccare dai social e di ascoltarsi, perché solo così possiamo fare chiarezza. La felicità è una tua scelta, questo è il mio motto. E come raggiungerla? Beh, ce lo spiegano diversi autori: A.Robbins, Krishnamurti, Tolle, Bob Proctor (filosofo e speaker motivazionale), Joe Vitale (scrittore esperto in legge d’attrazione). Secondo loro, è fondamentale comprendere se stessi per riuscire a NON essere più guidati dal “pilota automatico”, acquisire quella consapevolezza che ti permette di concederti di essere felice, dando il giusto peso ad ogni cosa e ricordando che è tutto di passaggio.
Ebbene, non so cosa ne pensiate voi, ma a mio avviso fare affidamento sulle proprie capacità è fondamentale al pari di affidarsi a qualcuno per chiedere aiuto. Tuttavia, rimango dell’opinione che la volontà di far del bene, o il mettere in bella mostra la propria vita sperando che qualcuno la prenda a modello, non è sempre sufficiente e non ci rende in grado di poter offrire seriamente sostegno a qualcuno. Un po’ come quella tanto decantata eleganza occasionale che non rende nessuno un signore!