Nonostante le denunce pubbliche non si fermano le persecuzioni contro le persone accusate di essere gay in Cecenia.
Il 31 luglio il Network LGBT Russo ha pubblicato un report sulle persecuzioni delle persone LGBT basato sulle testimonianze di 33 persone perseguitate, illegalmente detenute e torturate in Cecenia. Nel report sono contenuti i dettagli delle persecuzioni ai danni di persone LGBT in Cecenia.
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Le autorità cecene, continuano a negare che esistano persone omosessuali nel paese. In un’intervista con il reporter della HBO David Scott durante lo show “Real Sports with Bryant Gumbel” online dal 15 luglio, Ramzan Kadyrov ha risposto ridendo alla domanda sulla questione della persecuzione dei gay in Cecenia: “Questo è un nonsense. Non abbiamo quel genere di persone qui. Non ci sono gay. Se ci fossero, portateli in Canada. Lode a Allah“. Quando Kadyrov è stato messo sotto pressione sulle persecuzioni ha risposto: “Loro [i gay] sono il diavolo. Non sono umani. Che Dio li maledica per quello di cui ci accusano“.
Queste dichiarazioni provengono dalla più alta carica statale cecena, provando che nessuna persona gay può sentirsi al sicuro in Cecenia fino a che le autorità russe non consegneranno alla giustizia gli autori delle purghe contro i gay e degli altri crimini correlati.
Le primissime notizie delle persecuzioni sono state denunciate da Novaya Gazeta. Il quotidiano indipendente russo, il 1 aprile, ha riportato che oltre cento uomini sospettati di essere omosessuali erano stati rapiti, nell’ambito di una campagna coordinata.
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A quanto si dice, gli uomini sono stati torturati o comunque maltrattati e costretti a svelare l’identità di altre persone LGBTI a loro note. Novaya Gazeta ha affermato di aver verificato le informazioni su almeno tre uomini che sono stati uccisi dai loro carcerieri, anche se affermano che in base alle loro fonti ci sono stati molti altri omicidi.
In Russia e nelle repubbliche della federazione russa la discriminazione delle persone Lgbtiq+ è senza tregua, anche a causa di una legislazione discriminatoria nei loro confronti.
3 gesti che possono costare caro in Russia:
Una legge russa vieta la cosiddetta propaganda tra i minori e punisce alcuni gesti con il solo intento di limitare la libertà di espressione delle persone Lgbti.
Fino a 15 giorni di carcere
Toccare il fondo schiena può essere molto rischioso: la legge contro la propaganda omosessuale prevede fino a 15 giorni di carcere per questo semplice gesto.
Fino a 5.000 rubli
Può sembrare assurdo, ma una semplice dimostrazione di affetto può diventare un reato. Se perseguita, le persone accusate rischiano una multa salata: fino a 5.000 rubli. Ancora più pericoloso è scambiarsi un bacio in pubblico: l’assurda legge contro la propaganda omosessuale può costare carissimo, fino alla deportazione. Chiediamo alla Russia di cancellare questa legge assurda e di avviare indagini tempestive ed efficaci sulle persecuzioni delle persone Lgbti, come quella avvenuta in Cecenia nel 2017.