La metà dei dipendenti di Grindr, la famosa app per incontri gay, è stata costretta a licenziarsi.
Lo scorso 4 agosto lavoratrici e lavoratori dell’applicazione hanno ricevuto una comunicazione dai loro datori di lavoro che imponeva loro, entro due settimane, di trasferirsi in una città tra Washington D.C., New York, San Francisco, Los Angeles e Chicago per andare a lavorare in ufficio almeno due volte la settimana. Per chi non fosse stato disponibile a trasferirsi, l’unica opzione era il licenziamento entro il 31 agosto.
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La risposta è stata chiara: in 80 su 178 hanno preferito lasciare il lavoro piuttosto che trasferirsi in una delle megalopoli, forse per gli alti costi della vita che queste impongono.
La Cnn spiega che dietro all’improvvisa comunicazione recapitata a inizio agosto potrebbe esserci la recente decisione di lavoratrici e lavoratori di Grindr di sindacalizzarsi sotto la sigla Communications Workers of America (Cwa). L’organizzazione sindacale nell’azienda avrebbe dovuto chiamarsi Grindr United Cwa, spiegava Vice ad agosto, e voleva mettere per iscritto i benefici di cui godevano lavoratrici e lavoratori di Grindr affinché non potessero essere “tolti unilateralmente“.
Uno dei benefici in cima alle priorità era il mantenimento del lavoro da remoto. l processo di sindacalizzazione era iniziato nel dicembre 2022, ma la formalizzazione dell’istanza era stata presentata a luglio, giusto due settimane prima dell’ultimatum di Grindr. Lavoratrici e lavoratori hanno denunciato che nessuno ha voluto rispondere alle loro richieste di chiarimenti. Le persone costrette a licenziarsi avrebbero inviato, nelle due settimane messe a disposizione dall’azienda, molte email e molti messaggi chiedendo spiegazioni. Stando alle persone interessate e rintracciate da Vice, nessuno ha ricevuto risposta per iscritto e non c’è stato neanche modo di porre domande durante le videochiamate collettive di lavoro, dato che ai dipendenti veniva chiuso il microfono e dunque impedito di sollevare la questione.
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La Cwa ha reagito presentando presso il National Labor Relations Board un’accusa di pratica lavorativa sleale nei confronti di Grindr. “Invece di riconoscere il sindacato, l’azienda ha emanato una nuova politica di rientro in ufficio che richiedeva al personale di trasferirsi o dimettersi”, si legge nella loro dichiarazione ufficiale. Grindr ha rigettato le accuse ma non ha aggiunto commenti ufficiali.