Questa intervista a Annalisa è pubblicata sul numero 30-31 di Vanity Fair in edicola fino al 1o agosto 2023.
In una lunghissima e bellissima intervista, Annalisa ha commentato il successo delle sue hit, ne ha ben due in classifica, ha parlato del matrimonio e del mondo Lgbtq+.
Prima donna dopo tre anni a raggiungere la vetta della classifica musicale in Italia, il 4 novembre esordirà al Forum di Assago, ha un nuovo atteso album in uscita in autunno (titolo che dice tutto: E poi siamo finiti nel vortice), due tormentoni estivi entrati in testa a tutti: Mon amour con quel ritornello fluido e virale alla Blur («Ho visto lei che bacia lui, che bacia lei, che bacia me» eccetera), e le «telefonate» e le «bolle di sapone» di Disco Paradise con Fedez e gli Articolo 31.
Annalisa: ecco com’era la prima versione di “Mon Amour”, cosa ne pensate?
E mentre cantava l’estate dell’amore libero, del caschetto nero e dell’occhiolino a mezzo canzone («Ehi garçon, ho un’idea»), Annalisa, 37 anni, ligure di Carcare, paesino della provincia di Savona, sposava in chiesa il suo misterioso fidanzato, Francesco Muglia, di cui parla qui per la prima volta.
Pensa a un figlio?
«Sì, lo vorrei tanto, ma non ci siamo ancora dedicati».
«Ho visto lei che bacia lui, che bacia lei, che bacia me»: dove li ha visti?
«È una scena che racconta di quando, dopo una delusione, provi a stravolgere le tue abitudini, ti butti, sperimenti, e poi alla fine riparti. Io ho sempre fatto così: momenti di grande impegno, poi grandi delusioni, autoanalisi, ricerca e ricostruzione. È un ciclo che si ripete da sempre».
Qua si parla di fluidità.
«Sì, il messaggio è un concetto semplicissimo: la libertà. Se c’è una cosa che deve essere vissuta liberamente è proprio la sfera delle relazioni, dell’amore e della sessualità».
Lei ha mai baciato una lei?
«Ovviamente sì. Penso che succeda a tutti durante l’adolescenza, anche per gioco, è la voglia di sperimentare».
E dopo la sperimentazione?
«Mi sono sempre piaciuti i maschi».
È sempre stata libera?
«Sempre. Non mi sono mai piaciute le etichette, non mi sono mai frenata, ho sempre vissuto le relazioni in modo istintivo. L’istinto è la cosa fondamentale: ti porta dove sei tu, fine».
Farebbe la madrina del Pride?
«Mi piacerebbe tantissimo, mi è stato già chiesto ma non sono riuscita per questioni di tempo».
Che cosa pensa del governo Meloni poco filo-Lgbtq+ e delle sue azioni contro le famiglie arcobaleno?
«Mi dispiace molto. Sono cose che mi rattristano, mi sembra che si facciano passi indietro. Spero che si riesca a mettere un punto a queste azioni».
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Questa intervista a Annalisa è pubblicata sul numero 30-31 di Vanity Fair in edicola fino al 1o agosto 2023.