Alberto Angela non ha dubbi quando parla della sua militanza in Rai.
Un’azienda al quale il giornalista è affezionato e che gli ha permesso di dedicarsi con slancio al suo ultimo progetto, intitolato «Noos – L’avventura della conoscenza», nuovo programma di divulgazione scientifica al via su Rai1 dal 29 giugno.
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«Ho messo in pausa «Meraviglie» e con i vecchi e nuovi autori ci siamo messi al lavoro: ci saranno novità ma il format resta la stesso. Spazio a documentari, servizi e rubriche su alimentazione, tecnologia, spazio, archeologia e geopolitica… di cui nessuno parla. La tv deve nutrire i cervelli non addormentarli». Tra le proposte editoriale anche quella relativa alla discussione sul sesso, uno dei temi della prima puntata. «Ne parleremo con attenzione: calo del desiderio, preliminari, tradimento…».
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Il paleontologo è poi sceso nel dettaglio del suo rapporto con la Rai, compresa la parte economica. «Sono un consulente che non è legato alla Rai con un contratto di sangue. Se l’azienda vuole, ci sono e ci sarò. Sono un professionista che lavora per la Rai ormai da trent’anni, ma succede anche nel calcio: c’è il bomber che gioca per una vita nella stessa squadra e poi se ne va», dice Angela.
«Finché posso, vorrei continuare qui perché la divulgazione deve essere pubblica, ma se la Rai mi mette in condizione di non lavorare al meglio, o ha dei dubbi, io vado altrove».
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Interrogato sul cachet di Amadeus, Alberto Angela traccia un parallelismo. «Io guadagno meno di lui. E non ho gli sponsor. Di sicuro, se lavorassi con i privati, potrei guadagnare molto di più, anche dieci volte di più. La conoscenza però, deve essere divisa con tutti, come il pane, e per me la migliore tavola è il servizio pubblico».