Dichiarò che se avesse avuto un figlio gay, lo avrebbe bruciato nel forno.
Il tribunale ha assolto l’ex consigliere regionale leghista Giovanni De Paoli dall’accusa di diffamazione con l’aggravante di incitamento all’odio perché “il fatto non costituisce reato”. Se il leghista ha sempre cercato di negare di aver pronunciato quella frase, i giudici hanno sancito che avrebbe tranquillamente potuto farlo perché scherzare sui forni crematori in cui Hitler ammazzava i gay sarebbe del tutto legale.
Com’è legale che il presidente della commissione Cultura della Camera di Fratelli d’Italia possa andare in televisione a dire che la maternità surrogata sarebbe peggio della pedofilia, ossia che avere figli sarebbe peggio che violentarli.
“Se avessi un figlio gay lo brucerei in un forno”: di nuovo rinviata l’udienza contro De Paoli, consigliere della Lega, per la frase omofoba
A questo punto pare evidente perché la destra abbia entusiasticamente festeggiato l’affossamento del ddl Zan, ossi auna legge che avrebbe ostacolato chi si sente legittimato ad odiare e a incitare odio contro le comunità più vulnerabili perché in Italia non è reato. Invece si rischia moltissimo a esprimere opinione sgradite al governo, dato che la Lega di Salvini annuncia che ogni opinione a loro sgradita verrà punita.