Ariete è la cantante che sta spopolando tra la generazione zeta, non solo per la sua voce armoniosa ma per i temi che porta.
Infatti, la cantante, concorrente anche dell’ultima edizione del festival di Sanremo, ha portato in auge all’interno di concerti, eventi e post il delicato tema della comunità LGBTQ+. Ogni artista ha il piacere di raccontarsi portando la propria verità, e Ariete ci riesce perfettamente, trasmettendo anche dei valori alle nuove generazioni.
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Non si è esonerata dal farlo neanche durante l’intervista a Le Iene nella serata del 7 Marzo. Durante questo spazio, Ariete si è lasciata andare a un profondo monologo a cuore aperto, riferendosi al tema della “cruda realtà della comunità LGBTQ+”.
“Ma non la senti la responsabilità? Questa è la domanda che mi fanno di più.” – esordisce la cantante- “Da ragazza di 20 anni felice, amata, libera, sono sempre rimasta lì, con la coda tra le gambe, a cercare una risposta. Posso davvero farmi portavoce di qualcosa, lasciare un’impronta importante? Oggi ci provo, e voglio parlarvi della cruda realtà che sta dietro la comunità LGBTQ+ oltre la bolla dei social e della sensibilizzazione”.
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Ariete ci descrive una realtà di cui siamo al corrente, ma che spesso si ignora, fatta ancora tanto di pregiudizi e violenza: “E’ la realtà di un ragazzo transessuale o di una ragazza omosessuale che sentono tutti i giorni il peso di chi non li accetta, delle cicatrici tenute nascoste. La realtà di chi, purtroppo, non c’è più.”
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Ma non basta lasciare le parole all’aria, le persone voglio i fatti, vogliono vedere il dolore e la sofferenza, perché se no ‘chi ci crede?’ e ‘basta con tutto questo buonismo’. E allora Ariete porta degli esempi concreti. L’esempio di una ragazza di Frosinone che il mese scorso è stata aggredita a schiaffi e sputi dalla madre che le gridava che avrebbe preferito una figlia morta piuttosto che gay e molti altri. La cantante conclude: “Queste sono solo alcune delle storie emerse”, “Poi c’è chi soffre in silenzio. Non aspettate a chiedere aiuto alle help line. Ma non la senti la responsabilità? Si, la sento, per Naomi, Chiara e chissà quanti altri, per gli esseri umani, per non dimentichiamocene mai”.
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