A 25 anni dalla morte di Gianni Versace, assassinato il 15 luglio 1997 davanti alla sua villa a Miami, arriva l’autobiografia di suo fratello Santo, che ha trovato la forza di scrivere i ricordi della sua vita trascorsa accanto a Gianni.
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“Perché adesso? L’elaborazione del lutto per la perdita di mio fratello – spiega all’ANSA Santo Versace – è stato un processo lungo e doloroso. Negli anni ho fatto un percorso importante che mi ha portato oggi a riuscire finalmente a scrivere questo libro a lui dedicato, un atto di amore nei suoi confronti”.
“Fratelli”, edito da Rizzoli, dopo una prima presentazione a Milano, viene riproposto a Roma, con la partecipazione dell’autore e del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, “un amico da 20 anni di cui ho grande stima” precisa Santo Versace.
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L’autobiografia è stata una terapia catartica per l’autore: “mi ha liberato dai pesi del passato”. La forza per scriverla l’ha trovata con l’aiuto di sua moglie Francesca De Stefano, l’avvocatessa 53enne con cui convolerà a nozze religiose – quelle civili sono avvenute nel 2014 – a Roma, il prossimo 8 luglio.
“Con mia moglie – rivela Santo – siamo insieme da 18 anni. Sin dall’inizio lei ha compreso le ferite che sanguinavano nella mia anima. Mi ha preso per mano e mi ha accompagnato in un percorso di rinascita. Lei è l’Amore con la maiuscola. Grazie a lei sono rinato”.
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Il libro racconta di una famiglia il cui cognome è divenuto un sinonimo di lusso tra la metà degli anni ’70 e la fine degli anni ’90, grazie alla genialità di Gianni Versace, che ha reso sensuali ed eleganti le donne, che ha lanciato le supermodelle, che ha avuto il coraggio di dichiarare la propria omosessualità in tempi ancora chiusi al mondo gay. Ma il libro è anche il racconto del viaggio personale di Santo con il fratello Gianni, cominciato a Reggio Calabria e proseguito a Milano. “Per aiutare Gianni a realizzare il suo sogno presi in mano la situazione – ricorda – e cominciai a impostare la Gianni Versace a tavolino. Investimmo una cifra che oggi fa ridere, venti milioni di lire, diecimila euro attuali”.
A Milano li raggiunse anche Donatella e iniziò per loro un’epoca d’oro. Santo era anche un complice per Gianni: più di una volta gli “chiese di liquidare” i fidanzati che cominciavano a diventare molesti o che lui non sopportava più. Gianni era stato molto coraggioso a dichiarare pubblicamente di essere gay nel 1995, in un’intervista con il mensile della comunità gay americana The Advocate. Qualche anno dopo la morte di Gianni, nel luglio 2011, Santo era deputato del Popolo della Libertà, cooptato da Berlusconi nel 2008.
“Ci fu la discussione – ricorda – sul disegno di legge che avrebbe dovuto introdurre l’aggravante di omofobia nel codice penale. Venne affossato. Io mi ribellai. In aula fui l’unico deputato della maggioranza a farlo”. Finì la legislatura nel gruppo misto. “Non mi sono più candidato. E’ stata un’esperienza deludente”. Nel libro c’è anche un episodio legato a Berlusconi. A una cena organizzata per gli industriali del settore moda in presenza del cavaliere, un invitato andò via e al suo posto arrivò una ragazzina che venne presentata come un’amica delle figlie di Berlusconi appassionata di moda. Il suo nome era Noemi Letizia. La rividi un anno dopo su tutti i giornali”.
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Con queste parole Santo Versace introduce il senso del suo libro “Fratelli”, Rizzoli Editore, nato venticinque anni dopo l’uccisione del fratello Gianni, stilista ed imprenditore e fondatore della casa di moda omonima, tra i più rivoluzionari di tutti i tempi, capace di stravolgere il mondo della moda.
«Quel 15 luglio del 1997 quando mi arrivò la notizia della morte di mio fratello Gianni entrai in qualcosa che mi stravolse la vita. Ero morto assieme a Gianni».
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