«Mi ha lanciato il passeggino addosso perché omofobo. Appena ci ha viste ha iniziato a offenderci, e mi ha spinta a terra». A parlare al Corriere della Sera è la turista 34enne di origini campane aggredita da un uomo la sera di Ferragosto a Sperlonga (Latina) mentre era a passeggio tra i vicoli del borgo insieme alla giovane compagna.
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L’autore del gesto, un quarantenne anche lui in vacanza, ha provato a giustificarsi raccontando ai carabinieri: «Le due donne si stavano baciando e per questo mi sono venute addosso». Lo scontro fisico è testimoniato dal referto di sette giorni rilasciato alla donna dal pronto soccorso dell’ospedale di Fondi.
Il clamore mediatico scattato dopo la denuncia della coppia di turiste gay vede i carabinieri impegnati in un’indagine che, prima di tutto, deve stabilire con chiarezza il movente alla base dello scoppio d’ira di un padre di famiglia che si è scagliato contro le due amiche nell’atto di scambiarsi innocue tenerezze. Se emergesse un’aggravante, l’accusa di lesioni formulata nella denuncia diventerebbe ancora più pesante per il 40enne che, intorno alle 23 del 15 agosto scorso, si è abbandonato a un gesto di violenza fisica e verbale mentre si trovava con la famiglia a passeggio nel borgo della riviera di Ulisse.
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«Sono sicuro che qualcosa sia successo quella sera- racconta il sindaco di Sperlonga Armando Cusani – perché non è pensabile rivolgersi ai carabinieri per un semplice spintone. Dal mio punto di vista resta un fatto grave e razzista dal quale la città si dissocia completamente».
Il primo cittadino ricorda di essere stato tra i primi in Italia a recepire la legge sulle unioni civili: «Da quel momento celebro tantissimi matrimoni tra persone dello stesso steso sesso. Sperlonga – aggiunge – è accogliente e tollerante. Anzi, non appena riuscirò a risalire all’identità delle due donne, alle quali esprimo massima solidarietà, sarà mia premura invitarle nuovamente: saranno nostre ospiti per un weekend».
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Per il momento l’identità della coppia non viene rivelata dagli investigatori che cercano riscontri sia dai diretti interessati, sia da altri testimoni, sia dalle telecamere di videosorveglianza. Resta la condanna delle associazioni che stigmatizzano l’accaduto, come Agedo Basso Lazio che riguardo all’aggressione avvenuta sotto gli occhi di un bambino rimarca: «L’omotranslesbofobia si può interiorizzare anche attraverso modelli familiari», mentre il gruppo consiliare «Sperlonga cambia» annuncia: «Nei prossimi giorni presenteremo una mozione, da condividere in consiglio comunale, per promuovere l’impegno delle istituzioni cittadine contro l’omotransfobia, a sostegno della comunità Lgbt».