Irene Fargo, al secolo Flavia Pozzaglio, è venuta a mancare pochi mesi prima di compiere 60 anni.
La cantante è morta questa notte dopo una carriera che aveva conosciuto la massima notorietà negli anni novanta. Quando si presentò a Sanremo nel 1991 con il brano “La donna di Ibsen”, colpì giuria e pubblico con i suoi occhiali tondi e il caschetto nero, conquistando tutti con una voce limpida e potente, accompagnata da una garbata femminilità.
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Nell’edizione arrivò seconda, dopo Paolo Vallesi. Sempre a Sanremo si ripresentò l’anno successivo con “Come una Turandot”: anche qui, chiaro riferimento alla sua passione per l’arte, il teatro e l’opera.
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Negli anni successivi la presenza fissa a Domenica in… e anche un lungo periodo di lavoro sul palco e dietro le quinte di diversi musical.
È del 2005 l’ultimo Cd, una serie di cover dal titolo Insieme contenente alcuni inediti, tra i quali il tema portante del film Nel mio amore, che ha visto l’esordio alla regia della scrittrice Susanna Tamaro.
Irene Fargo era nata a Palazzolo sull’Oglio il primo novembre del 1962. Dopo aver fatto parte di un coro polifonico, gli esordi da solista la vedono presentare sul palco del Festival di Castrocaro nel 1987 con il suo nome d’anagrafe la canzone “Fretta di te”. È con il successivo incontro con Enzo Miceli, e la creazione del nome d’arte sotto cui esibirsi, che cominciò poi a dare forma all’artista che le ha permesso di farsi conoscere a livello nazionale.
Della sua morte hanno dato notizia i giornali bresciani; non sono state rese note le cause della morte ma pare che fosse malata da diverso tempo.