“Walt Disney si rivolta nella tomba“, esordisce così un post su Facebook il senatore leghista Simone Pillon.
Il politico, oramai accanito e riconosciuto omofobo, non riesce ad accettare che la Walt Disney includa anche personaggi LGBTQ+ in film e favole perché, secondo lui, una lobby gay ha preso il potere e il sopravvento con la famosissima casa di produzione Disney.
“Lui che aveva sempre difeso i valori familiari ora trova il suo nome e la sua azienda usati per indottrinare con le false ideologie i bambini fin dalla più tenera età. Che vergogna. Per conto mio e della mia famiglia la Disney si ferma alle principesse e al Re Leone. I personaggi transgender li lascio alle lobby”, conclude Pillon. L’uomo cita anche ProVita e l’articolo di Giliano Guzzo, autore di vari libri antiùgay, che lavora presso il giornale di Belpietro.
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“Che cosa centrano una drag queen come Nina West e un’associazione di attivisti trans come Glsen con l’intrattenimento per bambini? Apparentemente nulla. Sono e dovrebbero essere e restare ambito, anzi universi paralleli, destinati quindi – in primis, per ovvie ragioni di salvaguardia dell’infanzia – a non incontrarsi mai. Sfortunatamente, non la pensa così la principale casa mondiale di prodotti audiovisivi per i minori, la Disney, che, come segnalato con sdegno su Twitter dallo scrittore Christopher F. Rufo, «ha promosso uno speciale per bambini realizzato da drag queen»”, scrive Guzzo.
Simone Pillon è ossessionato dalla comunità LGBTQ+ e vuole boicottare la Disney
Walt Disney si rivolta nella tomba. Lui che aveva sempre difeso i valori familiari ora trova il suo nome e la sua azienda usati per indottrinare con le false ideologie i bambini fin dalla più tenera età. Che vergogna. pic.twitter.com/GMEWqk3gDg
— Simone Pillon (@SimoPillon) June 2, 2022