Il ministero dell’Istruzione negli scorsi giorni ha diramato una circolare – in vista della celebrazione, il 17 maggio, della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia – in cui invita le scuole ad organizzare “occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali”.
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Il testo, firmato da Maria Assunta Palermo, direttrice della Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento scolastico nell’ambito del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione, è stato inoltrato a partire dal 5 maggio a Uffici Scolastici Regionali e Istituti di ogni ordine e grado: un atto divenuto oggetto di forte polemica da parte di esponenti di Fdi e Lega.
Proprio le attività di prevenzione della violenza e di formazione erano previste all’interno del ddl Zan, affossato dal Senato a fine ottobre scorso, ed erano state uno degli aspetti più contestati dalle destre.
Diciamoci la verità. Il putiferio di Lega e Fratelli d’Italia contro la circolare del Ministro Bianchi che invita le scuole a organizzare, in occasione del 17 maggio, momenti di riflessione contro le discriminazioni ha un solo nome: #omotransfobia.
— Alessandro Zan (@ZanAlessandro) May 15, 2022
Fratelli d’Italia si è rivolto al ministro dell’Istruzione Bianchi chiedendo di ritirare la circolare e annunciando che presenterà un’interrogazione parlamentare a riguardo. Unendosi alle accuse del sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso (Lega), le deputate Paola Frassinetti, Ella Bucalo e la senatrice Isabella Rauti (Fdi) hanno accusato in una nota congiunta Pd e M5s di “voler far rientrare dalla finestra il ddl Zan, spalancando di fatto le porte delle scuole all’ideologia gender“. Il sottosegretario Sasso invece scrive su Facebook che “un conto è combattere e condannare giustamente ogni tipo di discriminazione, un altro è fare propaganda di genere attraverso attivisti Lgbt ideologizzati cari a Pd e M5s”. E ha aggiunto: “Vogliono fare propaganda gender? La organizzino nelle loro sedi di partito: vedremo quante famiglie ci porteranno i propri bambini!”.