Donatella Rettore è pronta a tornare sul palco del Festival di Sanremo con il brano “Chimica” che la vede in coppia con Ditonellapiaga e, intervistata da Roberta Scorranese per il Corriere della Sera, ha parlato dell’emozione che il Festival canoro le ha dato negli anni e di… Gianni Morandi, altro cantante in gara che ha rischiato nei giorni scorsi di essere eliminato per aver pubblicato, involontariamente, il suo brano in gara. Ecco cosa ha detto la cantante…
“Non morirò, almeno non ora”: il messaggio di Donatella Rettore dopo l’operazione!
Però a vederla lei sembra il simbolo della salute: piena di energia, curata, provocatoria a Sanremo, spesso battagliera in televisione.
«Ma perché sono la Rettore, mi chiamano per fare casino, è sempre stato così. Lei dice che sono intramontabile e io le dico che alla gente piaccio perché dico quello che penso. Anche ai giovani».
Certe sue sfuriate sono memorabili.
«Quasi sempre legate a ‘sto cavolo di Sanremo. Una volta mi scontrai in diretta con Marcella Bella e Vincenzo Mollica disse quello che non doveva dire, cioè che eravamo due primedonne. Io risposi che lì di primadonna ce n’era una sola. Oggi con Marcella siamo amiche e cantare con lei è una goduria».
Un altro che ce l’aveva sempre con lei era Bevilacqua.
«Scriveva che avevo istinti pruriginosi. Ma si può? Detto da uno di Parma, poi»
«Di notte specialmente», per citare un altro successo?
«Ah, quella canzone appartiene a tempi più maturi. Eravamo a metà degli anni Novanta e io vedevo che le battaglie femministe non avevano portato a niente. Era un invito a vivere la notte e i piaceri senza pensare all’indomani, “giocando solamente”».
Il brano, uscito nel 1980, arrivò in vetta alle classifiche della Germania.
«Guardi che alla fine degli anni Settanta io ero in testa alle classifiche di mezza Europa tranne che in Italia. L’incontro con Elton John avvenne proprio ad Amburgo. Io ero cotta persa di lui, che suonava il pianoforte con Kiki Dee. Avevo una borsa piena di suoi vinili, mi avvicinai e gli mormorai un complimento. Lui mi gelò con lo sguardo, ma Kiki mi volle parlare. Qualche tempo dopo, lui musicò per me canzoni come Remember».
Non come fanno altri, vuole dire?
«Non come quelli che prima mettono sui social un pezzo di canzone destinata a Sanremo e poi “oh, ho sbagliato, scusatemi, sono uno sbadato” e cose così. Ma dai. E allora, con affetto, dico: Morandi, ti devi ritirare!».
Platone insegna.
«Ma bisogna essere coerenti. Io, a modo mio, lo sono sempre stata».