Francesca Pascale, ex compagna di Silvio Berlusconi va dritta al punto, in una intervista su Repubblica sul ddl Zan:
“Per me può e deve essere approvato così com’è. Non capisco timori e argomenti utilizzati contro. Sono assurdi. Penso anzi che il ddl Zan andrebbe approvato all’unanimità, senza distinzioni di partito. Come si possono avere colori politici sui diritti umani? Mi dispiace vedere lo scontro tra i partiti su un tema come l’omofobia: lo trovo degradante per la politica. E mi auguro, soprattutto se c’è un rinvio della discussione a settembre, che il ddl Zan non diventi motivo di campagna elettorale sulla pelle delle persone e alle spalle della comunità Lgbt che aspetta una legge da decenni”
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E aggiunge: “Sono pronta a ‘sbattezzarmi’: resto credente, ma una Chiesa che discrimina gli omosessuali e che fa ingerenza politica sul ddl Zan, mi ha deluso”. Poi confida: “Berlusconi è arrabbiato con me per la posizione sul ddl Zan e perché vado ai Pride. Mi chiede: perché? Io gli rispondo: perché ci credo. Questa volta non sono d’accordo con lui e spero cambi idea”.
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La Pascale ha le idee chiarissime, anche sul ruolo che deve avere Forza Italia sul ddl Zan, che invece ha lasciato libertà di voto:
“Almeno la metà dell’elettorato forzista la pensa come me, come Elio Vito, Stefania Prestigiacomo, Renata Polverini e gli altri che alla Camera hanno già votato a favore e come Barbara Masini che al Senato si appresta a farlo. Masini in aula ha fatto coming out. Però l’altra cosa che mi dispiace è che si pensi debbano votare pro ddl Zan gli interessati, gli omosessuali. Questa è una legge che devono votare tutte le persone perbene. Mi dà amarezza una politica che non si assume la responsabilità neppure davanti alle aggressioni verso gli omosessuali”.
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