A Oxford è in via di sperimentazione un vaccino contro l’Hiv – il virus responsabile dell’Aids, la sindrome da immunodeficienza acquisita. Contrariamente a quanto avvenuto contro il Sars-CoV-2, rispetto al quale la ricerca ha rapidamente messo a punto diversi vaccini, contro l’Hiv la lotta è rimasta a lungo infruttuosa. Adesso però la speranza di un vaccino efficace si è accesa nel Regno Unito grazie alla stessa Università di Oxford partner della casa farmaceutica AstraZeneca nello sviluppo del vaccino Vaxzevria anti-Covid.
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La sperimentazione in corso
La prima fase di sperimentazione, secondo quanto riferito dai media britannici, coinvolgerà 13 adulti negativi all’Hiv, di età compresa tra 18 e 65 anni e considerati soggetti non ad alto rischio di infezione. Ai selezionati verrà inoculato una dose del vaccino anti-Hiv, e dopo quattro settimane verrà somministrata un’ulteriore dose di richiamo. Gli adulti sieropositivi saranno poi coinvolti nelle fasi successive della sperimentazione. Ricercatori dello Jenner Institute dell’Università di Oxford – partecipi appunto della messa a punto del vaccino Vaxzevria della farmaceutica AstraZeneca – hanno somministrato le prime dosi del siero HIVconsvX. Lo studio clinico è nella fase 1, nel corso della quale vengono valutate la sicurezza, la tollerabilità e l’immunogenicità. Dopodiché si procederà alle Fasi 2 e 3 nelle quali sarà coinvolto un numero maggiore di persone per testare l’efficacia preventiva del siero. I tempi, al momento, non sono ancora stati resi noti.
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L’evoluzione della lotta contro l’Hiv
«Il ritmo del declino delle nuove infezioni da Hiv non è riuscito a raggiungere l’obiettivo prioritario concordato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2016: meno di 500.000 nuove infezioni all’anno nel 2020», ha spiegato Tomas Hanke, professore di immunologia vaccinale presso l’Istituto Jenner e ricercatore capo dello studi HIV-CORE 0052. Per circa 40 anni, malgrado l’assiduità della ricerca, è rimasta una chimera la possibilità di vaccinarsi contro l’Hiv. I candidati vaccini erano orientati a stimolare la produzione di anticorpi neutralizzanti prodotti dalle cellule B secondo un procedimento sovente utilizzato. Invece questo nuovo preparato punta sui linfociti T, i “gendarmi” del sistema immunitario che vanno a caccia delle cellule già infettate per eliminarle. Come tutti i virus, anche quello dell’Hiv è andato incontro a diverse mutazioni generando varianti, messe in conto però nella formulazione del vaccino HIVconsvX per una protezione il più possibile completa.