Gaia Piccardi per il “Corriere della Sera”
La schiacciatrice azzurra, protagonista dei Mondiali in Giappone e miglior realizzatrice con ben 324 punti, ha raccontato in un’intervista rilasciata a Gaia Piccardi per il “Corriere della Sera” di non sentirsi omosessuale ma di aver amato una donna in passato e che non esclude la possibilità di poter amare un uomo un giorno…
Cosa non abbiamo ancora capito di lei, Paola?
«Che sembro una pantera e invece, sotto sotto, sono una bambina di 22 anni che desidera persone vere al suo fianco, che ogni tanto ho i miei momenti di debolezza e allora mi prende la voglia matta di stare a letto tutto il giorno, senza fare nulla».
Un’ ora con Paola Egonu – la pallavolista più forte dell’ orbe terracqueo, veneta, 189 centimetri per 79 chili, colpisce il pallone a 3,44 metri da terra, numero 46 di scarpe -, a zonzo tra pensieri e parole di un’ anima libera, è un’ avventura che non segue sentieri noti. Le chiedi cosa sta facendo in una pigra domenica di maggio, a stagione finita, e ti parla del platano fritto che adora (ricette incluse), vuoi sapere come è stata la sua infanzia e ti racconta della zia suora, ipotizzi che possa portare la bandiera dell’ Italia ai Giochi di Tokyo e si finisce, con una svolta imprevista, a discettar d’ amore. Paola è come gioca. Una potenza. Energia pura, un flusso ininterrotto che si condensa in materia anticonvenzionale. Basta alzarle la palla, a schiacciarla ci pensa lei.
Il coming out della pallavolista azzurra Paola Egonu: “ho una fidanzata”
Piange spesso?
«Mi capita, però amo più ridere. Quando guardo le serie K-drama coreane, per esempio, di cui vado pazza, una passione condivisa con mia sorella Angela. Dieci puntate per darsi un bacio, intanto non succede mai niente: mi piace l’ idea asiatica della lentezza, quell’ essere un po’ alieni e stralunati, come me».
L’ impatto dei suoi genitori con l’ Italia fu traumatico?
«Non ho mai sentito racconti tristi. I miei erano molto giovani quando lasciarono la Nigeria per ripartire da zero in Italia. Fu una scelta di sopravvivenza per aiutare i genitori e i fratelli, senza perdere tempo a piangersi addosso. Questo mi dimostra il coraggio che hanno avuto. E non si sono fermati: oggi vivono a Manchester».
Il suo rapporto con l’ Africa?
«Fino all’ arrivo della pandemia sono andata in Nigeria almeno ogni due anni.
Da parte dei sette fratelli di papà ho 18 cugini, dei cugini da parte dei sei fratelli di mamma confesso che ho perso il conto…».
Come ci si divide tra la cultura italiana e quella africana?
«Non è una domanda banale, perché io sono un mix difficile da spiegare. Diciamo che quando sono strana o folle o buffa per le mie amiche italiane sono tipicamente nigeriana e per le mie amiche nigeriane sono tipicamente italiana!».
E se le amiche nigeriane le chiedono che mestiere fa in Veneto, cosa risponde?
«Nella squadra sono quella che attacca sempre, anche perché non sono capace di fare altro! Super aggressiva, però fuori dal campo mi trasformo. Macché tigre: amo stare con me stessa, il massimo che reggo in compagnia sono un paio d’ ore. Poi time out, ragazze, vi saluto, ciao».
Paola lei sembra una donna libera, ed è questo il suo fascino più grande. Che cos’ è la libertà per lei?
«Esprimermi per ciò che sono e sento senza essere etichettata».
Quindi lei non è omosessuale.
«Esatto, non lo sono. Ho ammesso di amare una donna (e lo ridirei, non mi sono mai pentita) e tutti a dire: ecco, la Egonu è lesbica. No, non funziona così. Mi ero innamorata di una collega ma non significa che non potrei innamorami di un ragazzo, o di un’ altra donna. Non ho niente da nascondere però di base sono fatti miei. Quello che deve interessare è se gioco bene a volley, non con chi dormo».
Ha un amore, oggi?
«No, non c’ è. Io sono una pazza che si innamora a prima vista, bang, in due secondi. Non sto lì a pensarci, parto come un treno. Poi prendo anche i miei bei due di picche, batoste micidiali, però almeno me la vivo al cento per cento, senza rimorsi.
Devo dire che l’ idea del grande amore non mi fa impazzire: mi interessa ciò di cui ho bisogno in una certa fase della mia vita, non deve per forza essere per sempre. Però sono incoerente perché credo che il matrimonio sia un’ istituzione fantastica. Boh, forse ho le idee un po’ confuse…».