“È stato bello per mille motivi, ma distrarvi un po’ e vedere la gente intorno a noi tornare a lavorare è stata un’iniezione di felicità al cuore. Grazie, grazie davvero”. Con questo messaggio, i comici foggiani Pio e Amedeo hanno salutato il pubblico al termine della terza ed ultima puntata di “Felicissima Sera”, show andato in onda il venerdì sera su Canale 5.
Anche ieri successo di pubblico per il duo comico, il più visto della serata con 4,3 milioni di spettatori e il 22,5% di share; battuta la concorrenza di Top 10, programma di Carlo Conti su Rai 1 che ha chiuso con 3,6 milioni e il 16,4%.
l’ignoranza ritorna a galla, perchè autoironia a mio avviso è quando ci si percula da soli, a meno che loro non siano gay e/o neri e non ce ne siamo accorti.. qui si tratta solo di incitare all’utilizzo di questi termini. #pioeamedeo #FelicissimaSera pic.twitter.com/LS9riNWk73
— luigi grosu (@LuigiGrosu) May 1, 2021
Qualche polemica per il monologo dei due foggiani sul linguaggio: “Non dobbiamo vergognarci di dire la parola ‘neg*o’ perché conta la cattiveria nella parola, conta l’intenzione. Se l’intenzione è cattiva, allora è da condannare. Il politically correct ha rutt’ u’ ca**”.
“Contano più le parole rispetto al significato che ci metti dentro. La vera differenza è la cattiveria, l’intenzione – esordisce Amedeo Grieco passando in rassegna diversi luoghi comuni e mandando un messaggio chiaro – Bisogna poter scherzare su tutto, perché il problema non è il linguaggio. Di fronte all’ignoranza, la cosa più disarmante è una bella risata”.
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Le parole di Amedeo Grieco nello sketch sui termini proibiti. Qualcuno ha storto un po’ il naso, ok l’ironia come è anche vero che esiste troppa ipocrisia dietro al politically correct, appunto, ma le parole sono e restano importanti. Sui social pareri discordanti tra chi ha applaudito al monologo e chi invece lo ha bocciato senza appello. La testata fanpage, tra le più seguite del web, si pone un quesito: “La chiave del successo di Pio e Amedeo è questa. Portano in scena il clima della tavolata tra amici (maschi, tutti maschi) dove si parla con leggerezza. A volte anche solo per il gusto di farlo, per ricreare quel dolce schiamazzo che è stata l’adolescenza. Capite, vero, che c’è differenza tra una tavolata e la televisione? È un momento storico delicato. Le parole ci aiutano, sono armi importanti che possono realizzare quel cambiamento di prospettiva che il nostro Paese necessita. Se non altro, a seconda di come le usi, le parole svelano chi sei e da che parte vuoi stare. Sicuri che quella di Pio e Amedeo sia la parte giusta?”.