Di Stefano Di Capua
Dopo settimane di rumors, ipotesi di rinvio e supposizioni utopistiche di ogni genere, il Festival di Sanremo 2021, come promesso da Amadeus, si farà e si terrà dal 2 al 6 marzo prossimi. A causa della pandemia da Coronavirus, però, la 71esima edizione del tradizionale concorso canoro dovrà fare a meno delle star americane. E’ già toto scommesse sui nomi dei super ospiti che presenzieranno all’Ariston. Negli ultimi giorni, gli addetti del settore avevano dato per certa la presenza della regina del pop italiano anni Ottanta, Donatella Rettore, ma la musicista veneta ha subito smentito. “Se il Festival fosse stato più corto, avrei partecipato volentieri come cantante in gara, perché è pur sempre una competizione ed io amo mettermi in gioco”, ci dice la Rettore. “Papa Francesco? Mai nessuno come lui” e sulle famiglie arcobaleno dichiara…
Signora Rettore, ad inizio marzo, prenderà il via la 71esima edizione del Festival di Sanremo a cui lei ha partecipato ben quattro volte, la prima nel 1974. Come è cambiata la kermesse nel corso degli ultimi cinquant’anni?
“Si, vi ho partecipato due volte da giovane e due volte tra le big. Era diverso il concorso di una volta! Prima era il vero Festival della canzone italiana, con tanti ospiti stranieri che, spesso, cantavano canzoni italiane. L’ultimo Festival l’ho fatto nel 1994, quando sul palco dell’Ariston si esibirono Sting, Madonna, Elton John, Rupaul. Tanti anni fa, conobbi anche quel gigante di Barry White; ricordo che era vicino a me e pensai che fosse una vera e propria montagna, era enorme. Oggi, invece, la manifestazione canora si è trasformata in una semplice trasmissione televisiva, non sembra più un Festival, come quello di una volta. Adesso, non si celebra la musica, bensì la tv. In effetti, dovrebbero chiamarlo il Festival della televisione italiana”.
Che ricordi serba delle sue partecipazioni alla manifestazione?
“Ricordo con affetto e ammirazione i più grandi organizzatori di Sanremo come Gianni Ravera, Vittorio Salvetti e Gigante. Dopo di loro, ha fatto molto bene Pippo Baudo, negli anni che ha tenuto in mano le redini della kermesse. Devo ammettere che, ora, anche Amadeus si sta ben comportando, ha fatto un ottimo Festival, ma purtroppo la situazione mondiale è piuttosto precaria, a causa della pandemia da Coronavirus. I vincitori delle ultime edizioni del concorso, soprattutto Diodato, non hanno potuto sfruttare fino in fondo l’onta del successo, per colpa dell’emergenza”.
Le piacerebbe intervenire come guest-star, a coronamento di una carriera straordinaria?
“In realtà, se il Festival fosse più corto, parteciperei volentieri come cantante in gara. Sanremo è una competizione e io amo mettermi in gioco. I premi alla carriera non mi piacciono, forse più in là, aspettiamo. Ci sono tanti nomi storici e importanti della musica italiana che hanno partecipato negli ultimi anni, da zia Orietta Berti ad Ornella (Vanoni, ndr), per cui vi prenderei parte esclusivamente in qualità di concorrente. Ho altri sogni a coronamento della mia carriera, non Sanremo. Anzi, certe volte il Festival è proprio un incubo; specialmente quella scalinata che uno deve per forza fare. Non se regge la scalinata de Sanremo, detta proprio brutalmente”.
Cambiando discorso, di recente, a mezzo social, ha parlato di “Vinilici”, il docufilm in italiano di Amazon Prime, dedicato alla passione per il vinile. Che ha significato per lei essere un’artista al tempo dei vinili e com’è cambiato oggi il modo di fare musica?
“E’ tutto notevolmente cambiato, senza contare che oggi c’è la rete! Ormai, non compro più dischi da un bel po’, né cd e non creo neppure le playlist, perché sono pigra. Sono stata una grande collezionista di vinili e di compact disc e, attraverso le collection di Natale, ho scoperto innumerevoli artisti di talento che ignoravo, visto che tutti cantano le canzoni natalizie. Il collezionismo, purtroppo, è scomparso. Io ascolto le internet radio e posso selezionare musica da tutto il mondo. I network italiani non li sento proprio più perché in queste trasmissioni nazionali chiacchierano davvero troppo, mentre io voglio solo ascoltare buona musica. Sono abituata a sentire melodie senza interruzione, nel frattempo cerco informazioni sugli interpreti, so chi sono. Nell’ambiente musicale, è cambiato totalmente anche il modo di vestirsi. Negli anni Novanta, ad esempio, l’immagine era importantissima, invece, oggi, son tutti vestiti male”.
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Poco prima di Natale, è intervenuta a gran voce su una questione che le sta particolarmente a cuore: quella degli orsi rinchiusi nel centro di Casteller a Trento, per cui ha chiesto la liberazione. Ci può raccontare?
“Questa storia, ahimè, è molto triste. Quando l’uomo cerca di manipolare così violentemente la natura, è giusto che si alzi un coro di persone a protesta. L’idea originaria, che poi ha portato questi orsetti dalla Slovenia nel centro di Casteller a Trento, non era affatto malvagia. L’intento iniziale era quello di ripopolare certe zone montane ma, quando i cuccioli sono venuti alla luce, sono stati sottratti alla madre e imprigionati in un centro faunistico di cacciatori, probabilmente con l’intento di farli proliferare, per poi disseminarli a mò di bersagli per la tradizionale caccia all’orso. Anche questi animali sono esseri viventi, hanno un cuore, un cervello, soffrono perché sono stati privati del loro habitat naturale. Io sono assolutamente contrariata, non voglio modificare la natura, voglio che i pesci rimangano nel mare e gli orsi sulle Alpi. Abbiamo già chiesto troppo alla madre Terra, nessun essere vivente la sta manipolando così tanto e in malo modo come stiamo facendo noi uomini. I frutti negativi non sono tardati ad arrivare: cambiamenti climatici, particelle di smog e, non ultimo, questo bel problema del Coronavirus che non accenna a scemare”.
Ha chiesto sostegno, in favore degli orsi, a molti suoi amici dal mondo dello spettacolo, e non solo, che l’hanno supportata, pubblicando dei video-appelli a mezzo social.
“Si, tanti colleghi sono stati molto carini, accogliendo il mio invito; molti altri si sono accodati volontariamente e tutti erano perfettamente al corrente di questa storia che è stata già pubblicizzata oltre un anno fa. Ha aderito pure una grande artista come Marcella Bella che per me è una sorella. In questo periodo storico così precario, lei è più fortunata poiché sta ad Ibiza, io invece sono chiusa dentro casa a Castelfranco Venero e non è una situazione che mi diverta particolarmente. Per fortuna, sono in compagnia di mio marito e dei miei cani che porto fuori, negli immensi spazi verdi che la città offre”.
A proposito dei suoi amati cani, ha più volte dichiarato che la loro vicinanza e il loro affetto le hanno cambiato la vita. Ci può spiegare?
“Da sempre sono abituata alla compagnia degli animali. Sono cresciuta con molti gattoni randagi che si accasavano nel cortile di casa. Poi arrivò la mia prima cucciola di Ralph Collie che mi regalarono alcuni amici romani e che era figlia di un pazzesco Collie pelosone di nome Whisky. Devo ammettere che, da quando è entrata a far parte della mia vita, cominciai ad avere successo! E’ stata il mio portafortuna tanto è vero che mio padre la tenne con sé, trattandola come se fosse sua figlia. Dopo di lei, ci sono stati tanti altri cani ed, oggi, sono al mio ottavo animale. Ho tre Border Collie che rispetto profondamente. Non ho mai cercato di cambiare la loro indole, ma li ho sempre assecondati e con l’ultimo pelosone ho partecipato addirittura a competizioni di ship-dog, uno sport molto bello. Gli animali sono esseri assenzienti, amano lavorare e rendersi utili. I cani, in particolare, sono molto intelligenti e tutti i cani hanno delle qualità che sono innate. Consiglio a chiunque di portare il proprio cane, anche se meticcio, in un centro cinofilo specializzato per farlo esaminare. I cani sono esseri assolutamente disinteressati e hanno solo il proprio padrone che amano profondamente, meritano di ricevere il meglio”.
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