Di Stefano Di Capua
Campionessa paralimpica nei 1500 metri a Londra 2012 e primatista mondiale di categoria negli 800 metri. Dopo le esperienze nella moda, con la finalissima di Miss Italia 1997, e nella musica, con la vittoria a Sanremo nel 1998, oggi Annalisa Minetti è una delle testimonial internazionali dello sport paralimpico. Attività che, attualmente, a causa della pandemia da coronavirus, sta affrontando un periodo molto complicato. “Il distanziamento sociale ci ha isolati e l’isolamento per un disabile è ancora più difficile da affrontare che per un normodotato”, ci dice Annalisa. “Molti nostri atleti hanno mollato, perché si sono sentiti soli, demotivati e abbandonati”.
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Annalisa, la pandemia da Coronavirus ha paralizzato molti settori sociali, tra cui lo sport paralimpico. Come sta vivendo questo periodo storico così difficile il movimento degli atleti diversamente abili?
“In realtà, lo sport paralimpico deve affrontare difficoltà perenni e diffuse, legate soprattutto all’incapacità di assoldare gli atleti. Nonostante la continua divulgazione, sono sempre troppo poche le persone che si avvicinano al nostro movimento. Purtroppo, per ignoranza, fare sport per alcuni equivale a confermare la propria disabilità. Ad esempio, qualche giorno fa, durante un allenamento a Palermo, ho incontrato un ragazzo di grande talento, con disabilità sia alla mano che al braccio. Quando gli ho proposto di passare all’attività paralimpica, è rimasto interdetto, rispondendomi che lui non fosse affatto un disabile. Non tutti riescono ad accettarsi, purtroppo, ed è un peccato poiché il nostro sport può insegnare a chi è disabile a raggiungere il proprio equilibrio, a vivere con serierà, con convinzione, con forza e tenacia. Un atleta paralimpico impara a dare e ad essere il meglio di sé, a non avere paura di passare un ostacolo, a non mollare mai”.
Lei è una delle migliori al mondo nelle sue specialità. Come sta affrontando l’emergenza Covid-19 in qualità di atleta?
“L’isolamento per un disabile, così come per un anziano, è il più temuto degli avversari e sta producendo gravi conseguenze, soprattutto a livello psicologico. Molti ragazzi hanno abbandonato l’attività, proprio a causa del Coronavirus, perché si sono sentiti abbandonati e hanno perso ogni motivazione a continuare e a lottare per i propri obbiettivi. Ben tre atleti medagliati ai campionati del mondo hanno deciso di smettere con l’agonismo, non potendosi più allenare quotidianamente a causa delle regole emanate dal Governo per il distanziamento sociale. Per un non vedente non poter stare attaccato alla propria guida vuol dire, appunto, non allenarsi più. Per fortuna, adesso gli atleti di interesse olimpico hanno ricevuto dei permessi speciali, ma tutti gli altri?”
Che ha significato per lei poter fare sport, dopo aver perso la vista?
“Mi ritengo una grande sportiva; adesso pratico atletica leggera, ma ho anche fatto ciclismo e mi hanno proposto addirittura il canottaggio. Amo l’attività sportiva e la competizione mi eccita come poche altre cose al mondo. Sono un’agonista di natura. Sicuramente, lo sport mi ha in qualche modo riabilitata, mi ha dato la possibilità di crescere e affrontare la vita in maniera differente, formandomi e migliorandomi”.
Come sta procedendo la sua preparazione e quando la rivedremo in pista?
“A settembre ho partecipato ai campionati italiani, vincendo l’oro nei 5000 metri. E’ stata solo una gara-test poiché, purtroppo, questa distanza non è stata inserita nel programma olimpico. Così, sono dovuta ritornare al mezzofondo veloce e ai miei amati 1500 metri. Non potrò gareggiare neanche negli 800 metri di cui detengo il record del mondo in quanto sono poche le atlete che praticano questa distanza, mentre sulla prova più lunga avrei ben 8 avversarie. Per ragioni logistiche e organizzative, il comitato paralimpico non inserisce mai prove con poche iscritte. Ad inizio gennaio, poi, sosterrò un test indoor sulla pista di Ancona e a fine gennaio le prime gare ufficiali. Mi sto allenando tutti i giorni e, una volta alla settimana, ho l’onore di poter condividere gli allenamenti con un grande atleta come Massimiliano Rosolino che, devo ammettere, mi è di forte stimolo. Qualche giorno fa, abbiamo affrontato insieme la corsa in salita, ripetendo 15 volte i 150 metri e lui va molto veloce”.
Quanto alla sua vita privata, com’è cambiata la sua quotidianità di mamma e di moglie in questo momento così particolare?
“Strano a dirsi, ma io adoro il disagio. Nel disagio ho sempre trovato i miei migliori momenti di vita. Questo Covid mi ha dato la possibilità di costruire insieme ai miei figli un rapporto ancora più solido, rivalutando il valore familiare, lo stare insieme, cercando di trovare quella formula giusta che andasse bene a tutti dato che ognuno ha esigenze diverse. Abbiamo lavorato su di noi come non avevamo mai fatto prima d’ora. La crisi economica ha insegnato a tutti a diventare diversamente abili nello gestire ciò che di poco c’è a disposizione. Io ho riadattato economicamente la mia vita a questa nuova realtà. Forse sono pazza a dirlo, ma personalmente ho riscontrato un risvolto positivo enorme, pur nella drammaticità del momento”.
I suoi figli sono contenti di poter trascorrere molto più tempo insieme a lei?
“I miei figli sono andati a scuola quasi sempre ma, quando sono passati alla didattica a distanza, ci siamo divertiti molto. Sono abbastanza abile con i bambini e, così, oltre che mamma, sono diventata anche la loro insegnante. Abbiamo utilizzato il gioco come formula risolutiva. Ad un certo punto, durante la giornata, dicevo loro che era giunto il momento di vestire il ruolo della docente e, così, ci mettevamo intorno al tavolo e studiavamo, seguivamo le lezioni a distanza. Ci siamo aiutati a vicenda. Io ho studiato insieme a loro e loro si sono allenati con me. Spesso, sono diventati il mio carico naturale durante gli allenamenti e li prendevo dietro la schiena e facevo i piegamenti sulle gambe o sulle braccia, utilizzando il peso dei loro corpi. E’ stato molto bello”.
Cambiando discorso, qualche giorno fa, con il supporto di alcuni imprenditori e di amiche dal mondo dello sport e dello spettacolo, ha concretizzato un’iniziativa benefica, distribuendo doni di Natale ai bambini meno abbienti, in molte regioni d’Italia. Ci può raccontare?
“Ho realizzato un’iniziativa benefica che ho denominato ‘Natale per tutti’ con l’intento di regalare doni natalizi ai bambini meno abbienti. Purtroppo mi sono mossa con ritardo, perché di solito queste campagne si organizzano con largo anticipo. Per questo motivo alcune regioni non hanno potuto aderire. Per fortuna abbiamo strappato un sorriso a molti bimbi che, altrimenti, quest’anno non avrebbero trovato regali sotto l’albero. Molti bambini hanno sofferto e stanno ancora soffrendo la mancanza di relazioni, a causa delle restrizioni sociali per il Coronavirus. Adesso, alcuni di loro, devono fare i conti anche con la povertà, perché la crisi ha messo al muro le loro famiglie, togliendo loro la dignità. I bambini stanno subendo in silenzio questa situazione, non parlano per natura perché sono in età evolutiva e sono portati a contenere le proprie emozioni, senza mai esternarle. Così ho pensato che fosse il caso di offrire loro un Natale più sereno e ho chiamato a raccolta i miei amici imprenditori del movimento cosiddetto ‘Autonomo’ i quali hanno finanziato l’iniziativa comperando tantissimi giocattoli. Il 19 dicembre, insieme a Claudia Conte e ad Emanuela Villa, ho girato da una regione all’altra per distribuire i doni a quei bimbi le cui famiglie si sono rivolte alle parrocchie locali perché hanno enorme difficoltà a sbarcare il lunario. Non potevo permettere che i loro figli non ricevessero nulla nel giorno della nascita di Gesù Bambino”.
Mario Biondi, Annalisa Minetti, Dodi Battaglia & co in: “Il nostro tempo” (AUDIO)
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