Caro Alessandro,
A pochi giorni dall’appuntamento delle piazze #DALLAPARTEDEIDIRITTI e dall’avvio della discussione della legge alla Camera, sappiamo che sei stato vittima di attacchi pesanti, come lo sono stati tanti esponenti della comunità LGBT+, da un fronte omotransfobico sempre più agguerrito ed organizzato, vedasi i poderosi mezzi messi in campo dal cosiddetto “popolo della famiglia”, attraverso il comitato “Restiamo liberi”.
Il loro restiamo liberi, però, è un restare “liberi di odiare”. E questo ci preoccupa molto, tanto più che nella legge è stato aggiunto un articolo che quel restare liberi di odiare di fatto lo avalla, lo garantisce:
Art. 3.
(Pluralismo delle idee e libertà delle scelte)
1. Ai sensi della presente legge, sono consentite la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte.
Ci sentiamo pertanto nel dovere di ripeterti ancora una volta quanto ti abbiamo rappresentato sin dal primo giorno in cui è stato reso noto quell’emendamento: può produrre effetti pericolosi, capaci addirittura di portarci a una situazione giuridica per alcuni versi peggiore dell’attuale. Se oggi, infatti, dire ad esempio “i gay sono malati e inferiori” non è né permesso né vietato dalla legge, domani potrebbe essere “autorizzato” secondo la legge (“libera espressione di opinioni”). Per quanto riguarda le donne oggi dire “le donne sono inferiori” è in qualche modo sanzionabile, domani anche questo diventerebbe lecito .
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Non ci sfugge il fatto che la politica è l’arte del possibile e che c’è la necessità di trovare i voti in Parlamento per far approvare la legge, e di una legge, di una buona legge, vi è assoluto bisogno, ma facciamo attenzione a non mancare l’obiettivo proprio ora che siamo ad un passo dal conseguire un risultato storico per l’Italia. Ti chiediamo di fare ancora un piccolo sforzo di mediazione. Èveramente triste che in Italia ci sia qualcuno che reclami il diritto di odiare qualcun altro chiamando tale atteggiamento “libertà di espressione”. Ne prendiamo atto e t’invitiamo a salvare il salvabile. Al di là di ogni sofismo verbale ti formuliamo una proposta chiara e netta. Dichiarare nella legge, che definire le persone LGBT+ e le donne, malate o inferiori è reato, come oggi avviene per le discriminazioni razziali e religiose.Sicuri di condividere con te la stessa aspirazione a migliorare la legge, ci auguriamo esserti di aiuto con questa proposta.
Fabrizio Marrazzo Portavoce Gay Center.