Da: Valigiablu
Il 7 agosto un tribunale polacco ha ordinato l’incarcerazione preventiva di Margo Sz., attivista Lgbti co-fondatrice del collettivo queer Stop Bzdurom, nato un anno e mezzo fa in opposizione alla propaganda omofoba portata avanti dal governo del presidente Andrzej Duda. Quello stesso giorno, centinaia di persone si sono radunate in piazza a Varsavia per protestare contro l’arresto e mostrare solidarietà all’attivista, portando bandiere arcobaleno. La polizia polacca ha risposto alla manifestazione con quello che esperti hanno definito “un livello senza precedenti di aggressività contro una manifestazione Lgbti, in particolare in uno stato membro dell’Unione Europea”. Quarantotto persone sono state arrestate, e altre sono rimaste ferite. Diversi attivisti hanno definito quello che è successo la “Stonewall polacca”.
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Tra le persone arrestate c’era una donna di 52 anni che ha raccontato quanto accaduto a BalkanInsight: “Sono arrivata circa alle nove di sera, e stavo solo parlando con alcune persone quando all’improvviso è comparso un gruppo di agenti. Uno di loro mi ha indicato, e poi altri due mi hanno preso per il braccio”.
La donna ha spiegato di essersi sentita «spiazzata», e per questo di non essersi difesa: “Chiedevo su quale base mi stavano arrestando ma non mi rispondevano. Poi le persone intorno hanno iniziato a urlare che ero una giornalista”, ha detto.
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La 52enne è stata poi portata con gli altri 47 in prigione, dove ha trascorso una notte. E adesso rischia fino a tre anni di carcere per “aver preso parte a una protesta, con la consapevolezza che i suoi partecipanti avrebbero attaccato violentemente una persona o una proprietà”. Rawinska, questo il nome della donna, ha raccontato di essere un’attivista da oltre 30 anni, ma di non essersi mai sentita spaventata come adesso: “Quello che è successo è una specie di semaforo verde per attaccarci”.
Lo scorso 17 agosto Krzysztof Bosak, ex leader del movimento di estrema destra Młodzież Wszechpolska, ha organizzato una manifestazione anti-Lgbti al centro di Varsavia: “Questa è un’ideologia tossica, pericolosa, rivoluzionaria e radicale”, ha detto, mentre i manifestanti bruciavano in piazza una bandiera arcobaleno.
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“Il governo ci ha scelto come obiettivo e sta usando una grande macchina, comprese le istituzioni pubbliche e i media, per attaccarci”, ha spiegato a BalkanInsight Bart Staszewski, attivista per i diritti Lgbti, aggiungendo che nonostante la comunità sia impaurita “continueremo a batterci per Margo e per chiunque altro – è uno per tutti e tutti per uno”.
Gli arrestati del 7 agosto sono stati rilasciati, ma secondo gli attivisti molti di loro potrebbero finire in tribunale con le stesse accuse contestate a Malgorzata Rawinska. Alcuni di loro hanno ricevuto visite inaspettate e perquisizioni in casa da parte della polizia. Margo è ancora detenuta e in isolamento, ancora in attesa di poter vedere un legale.
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Da: Valigiablu