“Le persone non mi hanno eletta perché sono transgender, hanno eletto il mio programma. Questo è il punto interessante: quando le cose diventano normali, non vieni più messo sotto i riflettori”. Queste parole sono di Marie Cau, la prima donna transgender a venire eletta sindaco in Francia e dicono molto su come l’identità di genere non abbia semplicemente nulla a che vedere con le capacità di un individuo di prendersi cura della sua comunità. La nomina, però, rimane un passo avanti notevole – soprattutto se consideriamo le discriminazioni a cui il mondo transgender è tuttora sottoposto – e in quanto tale non può e non deve certo passare inosservata. Il fatto (storico) è avvenuto sabato nella cittadina di appena 550 abitanti Tilloy-lez-Marchiennes nel nord della Francia dove la lista di Cau ha ottenuto tra il 63,5% e il 73,1% dei voti con un tasso di partecipazione del 67,9%: un risultato da festeggiare, considerando la crisi sanitaria.
Marie è ingegnere, ha un diploma di tecnico agricolo, un Brevet de Technicien Supérieur in orticoltura e un passato nell’esercito. Vive a Tilloy da vent’anni e da quando ha iniziato la sua transizione, circa quindici anni fa, racconta di non aver mai vissuto discriminazioni o episodi di bullismo nel paese. “Qui le persone sono quasi sempre gentili – spiega – io non ho mai avuto tabù e ho sempre risposto apertamente alle domande dei miei concittadini”. Cau si definisce una normale cittadina impegnata per portare un cambiamento nella propria comunità. Il suo programma elettorale è chiaro: maggiore attenzione all’ecologia, all’economia locale e all’agricoltura sostenibile, oltre a una spinta verso la solidarietà e ai legami sociali. Secondo la neo sindaca, infatti, la cittadina è alla ricerca di un cambiamento e proprio per questo ha scelto di affidarsi alla sua lista.
“La visibilità trans, e quindi la lotta contro la transfobia, richiede anche l’esercizio di responsabilità politiche o pubbliche. Congratulazioni a Marie Cau!” ha twittato domenica la segretaria di Stato per l’uguaglianza di genere Marlène Schiappa (attualmente impegnata per una ripartenza all’insegna della parità, ndr). Marie Cau non si definisce un’attivista e preferisce parlare dei suoi progetti comunali piuttosto che della sua esperienza di transizione, tanto che si è detta stupita dalla copertura mediatica della sua nomina. “La vera conquista sarà il giorno in cui l’elezione di un sindaco trans non sarà più un evento“, spiega, sottolineando, però, di essere ben consapevole dell’importanza di dare visibilità a storie come la sua. Le persone transgender stanno iniziando a occupare spazi pubblici che un tempo gli venivano negati ed è fondamentale parlarne: “Le persone transgender possono avere normali vite sociali e politiche –aggiunge – questo è il messaggio che va interiorizzato”. In attesa che storie come la sua diventino la normalità, dunque, non possiamo che augurarle bon travail!