Di Stefano Di Capua
Esplosiva, accattivante, super sexy. Chi ha detto che le bionde sono tutte oche giulive senza cervello? Katia Zaia, quarantatre anni e una laurea con lode in Scienze politiche, è certamente una bionda fuori dell’ordinario. Responsabile dell’ufficio acquisti per un’importante multinazionale e segretaria di uno storico partito politico, la bella siciliana si divide tra il lavoro assolto con draconiano impegno e la sua spensierata passione per la moda e la tv. Già protagonista con Enrico Papi a Guess my age, su Tv 8, la mannequin catanese è stata eletta dal web sosia ufficiale nientedimeno che di Valeria Marini. In effetti, la somiglianza di Katia con la show-girl del Bagaglino è notevole e non passa, certamente, inosservata. “La Valeriona nazionale è da sempre il sogno di tutti”, ci dice Katia. “Nel mio piccolo, anche io sono come lei perché ho tantissimi uomini che mi corteggiano serratamente”.
Katia,
è stata paragonata spesso a Valeria Marini. Cosa pensa di avere in comune con lei?
“E’ vero,
mi dicono, spesso, che assomiglio tanto alla Marini ma io penso di esserle
simile più nel carattere che nell’aspetto fisico. Valeria ha sempre dimostrato
grande personalità e, come lei, anche io sono spontanea, solare, una donna
forte e indipendente ma dal cuore grande e dall’animo sensibile. Forse, ciò che
ci separa, è l’esperienza di vita familiare. Valeria ha avuto la fortuna di
avere una super mamma al suo fianco, mentre io sono dovuta crescere in fretta
senza genitori. A diciassette anni, infatti, ero già fuori di casa a cercare di
costruire il mio futuro”.
E’ sicuramente una bellissima donna ma, a 43 anni, non si è mai sposata. Perché?
“Purtroppo, ho vissuto un’infanzia che mi ha allontanata dal sesso forte. Non ho potuto imparare l’amore naturale verso gli uomini e, per questo motivo, sono cresciuta con l’obbiettivo di lottare contro le ingiustizie ed i soprusi che una donna può subire, peggio ancora quando è bambina e innocente. Ho trascorso una fanciullezza da incubo: picchiata da un padre padrone che indossava una divisa, sotto gli occhi indifferenti di una madre che sapeva. Sono stata definita una bambina sbagliata, poi un’adolescente ribelle. Da qui, punizioni corporali con la cinghia. Porto ancora il segno di una vistosa cicatrice sul viso. Sono andata via di casa a diciotto anni e non ho mai più rivisto i miei genitori. Ecco, forse per tutto ciò non sono riuscita ancora a trovare l’uomo giusto con cui pensare di poter costruire una famiglia”.
A giudicare dalle foto che pubblica sui suoi social e dai commenti che riceve, però, è molto corteggiata…
“Assolutamente si ma sono cresciuta per strada e con degli ideali di libertà che fanno di me la donna forte e carismatica che sono. Di conseguenza, la mia personalità attira e allo stesso tempo spaventa. Inoltre, sino ad ora, ho dedicato quasi tutta la mia vita allo studio e al lavoro. Ho una laurea in scienze politiche ma anche una grande passione per il teatro e per la televisione che mi piacerebbe coltivare e far crescere”.
Ci descriva il suo tipo di uomo ideale e lanci un appello attraverso il nostro giornale, non si sa mai possa portarle fortuna…
“Purtroppo, non ho ancora avuto la fortuna di incontrare il mio principe azzurro. Sicuramente, il mio uomo dovrà avere un cuore grande come il mio ed essere capace di darmi dei figli e di amarli più della sua stessa vita. Dovrà essere legato più ai sentimenti che ai beni materiali. Lo vorrei impegnato nel sociale, magari donando un sorriso nelle corsie d’ospedale o compilando insieme a me un modulo di adozione per un bambino orfano di guerra”.
Ha tanti buoni
propositi. Quali sono i suoi progetti per il futuro?
“Anzitutto,
continuerò ad impegnarmi per portare avanti la mia causa a favore dei bambini
maltrattati. Sono ancora troppo poche le agenzie che si occupano di questo ed
io sento che bisogna fare di più. Inoltre, proprio attraverso la televisione che
per me è una vera e propria missione, vorrei poter sensibilizzare ancora di più
sull’argomento perché sono ancora tanti i bambini che crescono vittime di abusi
e soprusi. Vorrei partecipare ad un reality per avere il potere della
parola. Per raccontare la mia storia e aprire la mente. La parola è il miglior
mezzo di trasmissione per aiutare chi non può parlare”.
FOTO DI ROSARIO CAMPIONE