Una parrucchiera astigiana ha deciso di rialzare la saracinesca del suo salone in segno di protesta: la donna non si spiega come mai dovrebbero riaprire le cartolerie e non attività come la sua che sarebbero in grado di garantire sicurezza.
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Siamo ancora uno Stato in emergenza: questo è un dato di fatto. Se da un lato la curva dei contagi inizia a mostrare una lenta deflessione, la pressione della crisi economica continua a pesare sulla testa degli italiani. Con la decisione di prorogare il lockdown sino al 3 maggio e procrastinare l’apertura degli esercizi commerciali (eccezion fatta ad esempio per le cartolerie), non si allenta la morsa. C’è chi grazie allo smart-working riesce a far fronte al drammatico frangente e chi, invece, purtroppo è titolare di attività che continueranno la serrata. Nonostante gli aiuti programmati dal Governo, questi ultimi al momento stanno vivendo un momento decisamente critico. È il caso di una parrucchiera astigiana di 55 anni, Francesca Bufalino, che ha rilasciato una breve intervista alla redazione de La Stampa, dopo aver deciso di compiere un gesto di protesta carico di significato.
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Francesca Bufalino, parrucchiera astigiana, non ce la fa più. La chiusura della sua attività da più di un mese a lei pesa come un macigno. Le pesa perché non riesce a far fronte alle esigenze quotidiane, tanto che ad aiutarla sono dovuti intervenire i suoi anziani genitori. Francesca, una donna separata di 55 anni con due figli di 23 e 33, oggi dopo anni di sacrifici si era costruita la propria autonomia grazie al suo salone, ma oggi la chiusura delle attività l’ha messa in ginocchio. Anche lei sarà destinataria del bonus di 600€, ma questo non accadrà oggi , c’è bisogno di attendere dei tempi tecnici. Eppure in un momento come questo anche 24 ore fanno la differenza.
“Sono in ginocchio, ma non voglio inginocchiami davanti allo Stato. Per questo protesto” questa la dichiarazione di Francesca Bufalino. La parrucchiera astigiana ha deciso di rialzare la saracinesca del suo salone in segno di protesta. Non si spiega perché mai dovrebbero riaprire le cartolerie e non lei. Lei che da febbraio aveva già posto in essere numerose misure di prevenzione acquistando mascherine, riporta La Stampa, e gel igienizzanti. Un investimento che la donna riferisce essere praticamente stato vano. La circostanza che più la abbatte è il fatto che oggi lei non riesce a far fronte alle proprie esigenze quotidiane, a cui devono provvedere gli anziani genitori o i figli.
Francesca parla di come potrebbe far ripartire la propria attività con la massima sicurezza. Prima dell’emergenza il suo salone registrava mediamente dieci clienti al giorno, oggi a suo avviso ricevendone un numero massimo di tre sarebbe in grado di riuscire a sbarcare il lunario e fare in modo che l’attività vada avanti in modo sicuro.