Lo avrebbero seguito dopo averlo riconosciuto. Gli avrebbero premuto la testa contro il muro e lo avrebbero colpito con alcuni schiaffi al volto. Quindi lo avrebbero insultato e poi, fortunatamente, sarebbero andati via. Episodio di intolleranza e omofobia a Milano, dove un ragazzo – un noto attivista per i diritti Lgbt – è finito nel mirino del branco durante l’ultimo weekend, quando cinque uomini lo avrebbero accerchiato, minacciato e aggredito.
GUARDA: Daniel Greco trasforma “Fai Rumore” di Diodato in un inno LGBT contro l’omofobia (VIDEO)
A denunciarlo, con un lungo post sulla propria pagina Facebook, è la “Rete della conoscenza Milano”, un network che mette insieme diverse esperienze di associazionismo studentesco.
“Un nostro compagno è stato aggredito da un gruppo di fascisti. Lo hanno accerchiato in una strada poco illuminata dopo averlo seguito avendolo riconosciuto al suo passaggio, essendo il compagno da sempre in prima linea nelle battaglie transfemministe della comunità Lgbt+, esponendosi spesso pubblicamente su temi come l’omotransfobia, l’antifascismo, l’educazione sessuale e la mascolinità tossica – raccontano i giovani -. Una volta raggiunto gli hanno schiacciato la faccia contro un muro alternando insulti a schiaffi”.
GUARDA: Al carnevale di Viareggio arriva il carro contro l’omofobia: “basta odio, amiamoci” (VIDEO)
“Fortunatamente l’episodio è durato poco, visto che il passaggio di altre macchine ha indotto gli aggressori a fuggire, ma – spiegano i ragazzi – soltanto dopo aver detto alla vittima ‘vediamo se piangi adesso, frocio di mer…”.
Daniel Greco trasforma “Fai Rumore” di Diodato in un inno LGBT contro l’omofobia (VIDEO)
“Non solo dobbiamo stringerci in solidarietà come comunità politica e umana intorno ad un nostro compagno, ma è più che mai necessario immaginare e mettere in pratica un modello di abitare la città che impedisca che avvengano episodi come questo. Il nostro compagno sta bene, ma poteva finire molto peggio così come poteva toccare a chi non ha la fortuna di essere spalleggiato da una comunità politica. Non crediamo nei gesti eroici, anzi, davanti a una violenza squadrista, come qualunque altra forma di prevaricazione, nessuno è tenuto a essere forte e non spezzarsi”, commentano da “Rete della conoscenza”.